Analisi delle tendenze – Il futuro è adesso
I mega trend rilevano gli sviluppi che caratterizzano da tempo la nostra società e sono destinati a incidere anche nei prossimi decenni. Per sapere quali sono, leggete quest’articolo.
La ricerca dei trend si occupa di osservare e prevedere le tendenze, per capire la direzione in cui ci stiamo muovendo. Anche noi ci siamo posti questa domanda con riferimento all’Alto Adige e, a tale proposito, abbiamo interpellato Mathias Brugger, trend manager ed esperto della gestione di innovazioni e progetti, collaboratore dello “Zukunftsinstitut” di Vienna.
Digitalizzazione
Un mega trend che spicca su tutti è la digitalizzazione che sta rivoluzionando interi settori, facendo scomparire dal mercato aziende rinomate e professioni antichissime, ma al tempo stesso dando vita a nuovi modelli commerciali e attività. Che si tratti dell’industria automobilistica, dei media o del commercio, le conseguenze si manifestano sempre più spesso, richiedendo la riorganizzazione delle aziende. Naturalmente anche le banche non sono esenti da questo fenomeno, che le obbliga a tagliare costi per essere competitive: in futuro, esisteranno sempre meno filiali tradizionali e i profili professionali cambieranno, anche da noi. Per questo, consulenza e fidelizzazione dei clienti acquisiranno un peso sempre maggiore. “Nell’industria manifatturiera molti posti di lavoro verranno meno, ma saranno assorbiti dal terziario e dal settore IT”, afferma Brugger. Ci sarà sempre più bisogno di persone in grado di inventare, utilizzare e alimentare le nuove tecnologie, mentre le professioni sociali, culturali e creative saranno più difficilmente rimpiazzabili.
Sapere significa potere
Ci stiamo muovendo da una società industrializzata verso una società del sapere: l’accesso alle informazioni non è mai stato così semplice e, grazie alla digitalizzazione, le persone sono più informate e collegate in rete. Per questo, la formazione diventa essenziale quale chiave del successo. “In molti casi, l’esito dipenderà da cosa ne farà il singolo: la sfida è essere pronti a imparare e adattarsi, considerando il progresso come un’opportunità, un fenomeno culturale, un modo di vivere. I cambiamenti richiedono nuovi approcci alla formazione e il sistema educativo deve plasmare persone critiche, aperte alle novità e capaci di lavorare in squadra all’insegna della creatività”, prosegue Brugger.
Il cambiamento come costante
Il lavoro sta diventando un’attività sempre più creativa e autodeterminata, con un aumento delle professioni autonome; per realizzarsi, può essere necessario rinunciare alla sicurezza. Strutture aziendali, spazi di lavoro e il tradizionale concetto d’impiego si evolvono: la tendenza va verso gerarchie piatte, gruppi di lavoro, home office. Chi vuole attorniarsi di collaboratori validi deve fare in modo che siano a proprio agio e si mantengano in salute. Un’impresa ha due possibilità: cogliere i segni del tempo o perdersi il “treno” dello sviluppo. “Le aziende altoatesine fanno a bene ad approfittare dell’innovazione”, sostiene sempre Brugger. “Poiché molte realtà sono di piccole dimensioni, possono sfruttare meglio le ‘nicchie’ e reagire con flessibilità ai cambiamenti”.
Glocalizzazione
In generale si registra una concentrazione verso i centri urbani. Questa tendenza interessa anche l’Alto Adige, dove si sta però lavorando per preservare l’attrattiva delle aree periferiche. Un aspetto non trascurabile è legato allo sviluppo della rete a banda larga, dove la nostra provincia ha ancora molta strada da fare. Nell’era della globalizzazione di lavoro, economia e stili di vita, si assiste anche a un ritorno alle tradizioni e ai valori regionali: proprio l’incontro di elementi locali con aspetti globali è chiamato “glocalizzazione”. Questo termine identifica il fenomeno per cui, nonostante una società sempre più interagente (il cosiddetto “villaggio globale”), le caratteristiche regionali acquistano un peso maggiore; un esempio concreto è il consenso crescente di bande musicali e gruppi folkloristici.
Proprio alla luce dei cambiamenti repentini e della crescente incertezza a livello mondiale, la cultura tradizionale è considerata una base per lo sviluppo e un’àncora di salvezza. Al tempo stesso, la glocalizzazione offre nuove opportunità per rafforzare i cicli regionali. “Pensiamo alle ‘Sarner Toppar’, le famose pantofole della Val Sarentino, espressione di tradizioni locali”, aggiunge Brugger. “Grazie alle nuove tecnologie, possono essere vendute online in tutto il mondo, addirittura combinando il tipico metodo di lavorazione del feltro con un design internazionale e dando così vita a prodotti completamente nuovi”.
Individualità e salute
Gli uomini invecchiano, ma al tempo stesso godono di una salute sempre migliore. “Il trend dell’individualismo porterà a nuovi concetti di vita e alla nascita di una ‘società del noi’. Il consenso riscosso dai media digitali testimonia la voglia di interagire, anche se il proprio “Io” non è trascurato: l’anelito verso la salute, la casa come luogo di ritiro, gli amici, la famiglia e le cose belle della vita si stanno spostando sempre più in primo piano.”
Proprio il mercato della salute si svilupperà fino a diventare un importantissimo pilastro dell’economia. Pensiamo solo che, nel 2050, un terzo degli italiani sarà over 65: per questo è necessario, un ripensamento a livello di assistenza, gestione del tempo libero e occupazione. Per la cura degli anziani, ad esempio, si farà sempre più ricorso a strutture alternative, come comunità alloggio, centri diurni e residenze assistite.
“Stay hungry!”
Quali sono dunque le competenze necessarie per sopravvivere ai cambiamenti? Secondo l’esperto, la curiosità è il fattore chiave: interesse e apertura per le novità sono dunque la risposta, sia a livello personale che aziendale. Pensare fuori dagli schemi, mettersi alla prova, essere sempre pronti a imparare e, non ultimo, saper comunicare sono gli ingredienti del successo. In fin dei conti, ogni invenzione e progresso della storia ha avuto origine proprio dalla curiosità.
intervista con Stefan Perini
MERCATO DEL LAVORO 2050 – Il lavoro non verrà mai meno
Il mondo professionale è in rapida evoluzione.
Insieme a Stefan Perini, direttore dell’Istituto Promozione Lavoratori, proviamo a gettare uno sguardo al futuro.
Sig. Perini, che cosa ci attende sul mercato del lavoro nel 2050?
Stefan Perini. L’universo lavorativo sarà caratterizzato dall’incalzante automazione e da una sempre maggiore digitalizzazione, mentre l’innovazione sarà il fattore competitivo chiave. Le professioni saranno soggette a maggiori cambiamenti: molti profili saranno rimpiazzati dalla tecnologia, mentre il terziario sarà in crescita.
In altre parole significa che non avremo più lavoro?
Stefan Perini. Assolutamente no. Il lavoro non mancherà mai, avrà solo un aspetto diverso. L’uomo crea in continuazione nuovi ambiti occupazionali, per cui la creatività e la flessibilità saranno sempre più centrali. Le persone attraverseranno diverse fasi di formazione e riqualificazione, svolgeranno più professioni e andranno in pensione più tardi, e il lavoro sarà sempre più slegato dalla collocazione territoriale.
Non ritiene che l’innovazione e la crescente automazione andranno a scapito del lavoro umano?
Stefan Perini. Il lavoro, come del resto l’intera società, è in costante evoluzione. Lo sfruttamento di nuove fonti energetiche, gli innovativi sistemi di propulsioni della mobilità, la crescente consapevolezza in materia di salute, le nuove forme di vita e di famiglia, la valorizzazione delle competenze sociali, i nuovi modelli di consumo, la penetrazione digitale del quotidiano sono tutti fenomeni che distruggeranno in parte i posti di lavoro esistenti, ma al contempo ne creeranno di nuovi.
Come possiamo prepararci a questo futuro?
Stefan Perini. L’incalzante progresso tecnologico è un dato di fatto che non possiamo arrestare. Ciascuno farebbe bene ad approntarsi un bagaglio di competenze sociali e specialistiche, a garanzia di elevati requisiti professionali. E, naturalmente, l’apprendimento permanente deve diventare una costante della nostra vita.
Stefan Perini, direttore dell’Istituto Promozione Lavoratori:
“Il mondo del lavoro è in evoluzione: la formazione sarà il fattore chiave del futuro”