Tendenze – Quest’anno resto qui
“Perché vagar sempre più lontano? Guarda: il bene è così vicino.” Non c’è sintesi migliore delle parole di Goethe per una vacanza nell’era coronavirus, anche se il trend dei soggiorni brevi non è certo una novità di questi giorni.
Foto: ©CandyBox Images – stock.adobe.com
Un tempo, andare in vacanza era considerato uno status symbol e chi restava a casa suscitava compassione: probabilmente non se lo poteva permettere o conduceva una vita noiosissima. Oggi, al contrario, le vacanze “a casa” sono sempre più apprezzate, che sia nel proprio giardino, nei dintorni dell’abitazione o in un ambito regionale, anziché all’altro capo del mondo.
Ciascuno a modo suo
Per Leni, stare a casa è una scelta consapevole, anche se non sempre facile. “In me convivono due anime”, ci rivela, “quella che ama la terrazza e il giardino e quella che preferisce il mare.” La prima riesce spesso a spuntarla, facendo leva sui rimorsi di coscienza per il lungo (e poco ecologico) viaggio in automobile, mentre giardino e terrazza possono beneficiare di amorevoli cure fino all’autunno inoltrato. Quest’anno, tra l’altro, la scelta non si pone proprio. “Chi se la passa meglio di me?”, si chiede, cercando di prendere con humour il “blocco” del turismo.
Trascorrere le vacanze a casa presenta molti vantaggi: nessuno stress per la programmazione del viaggio, niente fuso orario o vaccinazioni. Al contrario, si può approfondire la conoscenza della propria terra, riducendo l’impronta ecologica e salvaguardando il portafoglio. Un argomento, quest’ultimo, che sicura- mente sta a cuore a molte famiglie, duramente colpite dalla crisi economica.
Cosa non può mancare per una perfetta vacanza in Alto Adige?
- Lago o piscina? Meglio entrambi
- Montagna o bosco per rilassanti camminate o impegnative escursioni
- Materassino o zaino in spalla
- Lunghe chiacchierate con l’amico o l’amica del cuore
- Mountain-bike
- Dormire senza l’angoscia della sveglia!
- Barbecue per balcone o giardino
- Più tempo da dedicare ai figli
- Relax totale
- Libri, libri e ancora libri
- …
In ogni caso, anche chi ha un balcone piccolo o non ce l’ha affatto, può trovare interessanti proposte alternative all’esterno delle mura domestiche, tanto più in una regione come la nostra, ambita meta turistica. C’è solo l’imbarazzo della scelta, tra una giornata al lago, la visita di un museo, un’escursione in bicicletta, una camminata tra i boschi o, perché no, il tour guidato del proprio paese, per conoscerne meglio la storia e le bellezze artistiche. Anche Christian non si lamenta se quest’anno non potrà fare la sua settimana al mare: solitamente preferisce “cambiare aria”, perché solo lontano da casa riesce davvero a staccare la spina dagli impegni di lavoro. Ma in Alto Adige ha alcuni “posti del cuore” e, poi, i suoi figli saranno contenti di non doversi sorbire il lungo viaggio.
Vacanze in regione
L’esperto di turismo Harald Pechlaner (vedi intervista) distingue tra i “non viaggiatori”, persone che non si muovono dalla loro terra per i motivi più disparati, siano essi di natura finanziaria o ecologica, e i viaggiatori “incalliti”, il cui desiderio di spingersi sempre più lontano ha incontrato una battuta d’arresto: ci si ferma a riflettere, si sceglie di compiere un viaggio interiore e si va alla ricerca di prossimità e profondità, anziché di lontananza. Il trend in atto, che vede una maggiore propensione per i soggiorni brevi, si ripercuote anche sull’atteggiamento dei viaggiatori.
Alto Adige, meta turistica
Eppure, al di là di tutto il romanticismo legato al viaggiare, il turismo altoatesino vive prevalentemente di chi viene a trascorrere le vacanze nella nostra provincia. Nel solo 2018, l’istituto di statistica provinciale ASTAT ha rilevato 7,5 milioni di arrivi e oltre 33 milioni di pernottamenti, cifre in crescita costante da trent’anni, che generano un valore aggiunto lordo di circa 2,2 miliardi di euro, pari al 10,6 percento del totale altoatesino.
Al momento, questi dati record sono un miraggio: l’epoca del coronavirus metterà a dura prova la resilienza del turismo in provincia, ovvero la sua capacità di adattarsi a calamità e crisi, ma anche di apprendere e riorganizzarsi una volta superata l’emergenza.
“Il nostro ambiente vitale e il nostro sistema economico sono preparati solo in minima parte, per non dire affatto, alle crisi”, ha affermato, nel corso dell’“Eurac-Blog Covid-19 And Beyond”, Thomas Streifender, responsabile dell’Istituto per lo sviluppo regionale dell’EURAC. “Il nostro sistema è fragile, vulnerabile, instabile, spesso non adattabile nell’immediato e pertanto troppo poco resiliente. Sono sufficienti un paio di settimane per gettare in una crisi esistenziale un’economia già labile prima del coronavirus”. Non dimentichiamo, inoltre, che il livello di indebitamento delle strutture ricettive e ristorative in Alto Adige è molto elevato.
Sostegno necessario
Il turismo è un ambito chiave per la crescita economica dell’Alto Adige, che conta oltre 13.000 aziende e circa 33.000 occupati, ma da cui dipendono molti altri settori, dall’edilizia al commercio al dettaglio fino all’artigianato. In che misura gli altoatesini, che decideranno di trascorrere le proprie vacanze in provincia, potranno compensare l’assenza dei turisti stranieri? Quanto a lungo potranno sopravvivere le strutture alberghiere, in mancanza degli ospiti germanici? Al momento non ci sono dati precisi in proposito e i pronostici sono vaghi.
La Giunta provinciale ha già annunciato alcune misure di sostegno a breve e medio termine. Grazie a un fondo anticrisi, si intende sviluppare un programma di rilancio di lungo respiro per far ripartire il motore economico.
Ma torniamo ai nostri balconi: affinché la vacanza a casa propria sia un successo, è necessario osservare alcuni accorgimenti. Il principale è quello di dire addio alla routine quotidiana. Come? Andando alla ricerca di diversivi, facendo il pieno di energia e dedicandosi al relax totale. E, naturalmente, non trascurando la regola principale: vietato fare le pulizie!
IL TURISMO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – E ora, come si va avanti?
Harald Pechlaner, esperto di turismo, ci parla delle nuove tendenze in atto e di ciò che attende l’Alto Adige dopo lo shock del coronavirus. Harald Pechlaner, docente di turismo e imprenditoria alla Katholische Universität Eichstätt-Ingolstadt, è responsabile del Center for Advanced Studies presso EURAC a Bolzano
Sig. Pechlaner, ritiene che la crisi attuale possa trasformarsi in un’opportunità per riorganizzare l’economia e il turismo?
Harald Pechlaner. Certamente. Al di là delle difficoltà economiche, molte aziende possono cogliere l’occasione per ripensare al tipo di turismo che vogliono avere in futuro.
Andando a spasso per le località turistiche dell’Alto Adige, salta all’occhio la costante attività edilizia. Ma questa tendenza potrà proseguire solo fino a quando i fatturati saranno in crescita…
Il sistema ha dato prova della sua resilienza nel momento in cui, nel giro di 48 ore, il turismo ha chiuso i battenti. Tutto ciò ha funzionato bene, ora resta da vedere se i clienti sono disposti a tornare dopo la riapertura; per molte aziende si prospettano tempi difficili. Il tema centrale è: possiamo proseguire come prima o sono necessari alcuni cambiamenti dell’offerta?
Imprese edili, artigiani, banche e molti altri operatori economici dipendono dal turismo. Come faranno a sopportare il crollo di questo settore?
Sicuramente accuseranno il colpo. Poiché l’Alto Adige è strettamente legato ai mercati esteri, i prossimi mesi saranno delicati. Tuttavia, è difficile formulare previsioni perché, già all’interno dei nostri confini provinciali, il ritorno alla normalità sarà differenziato.
Già prima della pandemia, la durata media dei soggiorni si era sensibilmente accorciata…
La tendenza in atto premia i viaggi brevi in ambito regionale, con un ritrovato interesse per l’ambiente circostante. Alla fine, ciò che conta non è solo la destinazione, ma soprattutto il modo in cui le persone vivono il loro contesto.
E Lei dove preferisce trascorre le Sue vacanze?
Mia moglie sostiene che non c’è nulla di più impegnativo che andare in vacanza con un docente di turismo! Probabilmente ha ragione, perché amo andare dove posso raccogliere nuove esperienze e farne tesoro.