Magazine 01/18 -

La salute degli altoatesini

La salute è un bene prezioso cui molte persone attribuiscono un valore particolare. Anche se in Alto Adige la sua tutela rientra tra i compiti del settore pubblico, la previdenza privata e la responsabilità individuale dei cittadini acquisiscono un peso sempre maggiore.

Foto: Shutterstock

Non ho bisogno di un’assicurazione ­privata: se devo curarmi, vado in ospedale”. Fino a ­pochi anni fa, nessuno avrebbe avuto alcunché da obiettare a quest’affermazione, ma i tempi sono cambiati. “Si registra una chiara ­tendenza verso un aumento dell’assistenza sanitaria ­privata”, ci rivela Thomas Gruber di Raiffeisen Servizi Assicurativi.

Costi sanitari in aumento

Anche se gli anziani di oggi si sentono per la maggior parte “giovani” e in forma, ­desiderosi di rimanere attivi il più a lungo ­possibile, con l’avanzare ­degli anni tendono ad accusare sempre più ­disturbi: in Alto Adige vivono circa centomila ­persone over 65, di cui due terzi denunciano una ­pato­logia cronica. Tuttavia, i costi della ­sanità non aumentano solo a causa del crescente ­fabbisogno di ­servizi medico-assistenziali legati alle mag­giori aspettative di vita, ma anche per i altamente specializzati sempre più onerosi e costosi. Nel 2016, la spesa media per la sanità in Alto Adige era di circa 2.325 euro pro capite, circa 500 in più della media italiana; complessivamente, l’assistenza sanitaria nella nostra provincia ha un costo annuo di ­1,2 miliardi di euro.

Mutate aspettative

La maggiore consapevolezza nei confronti dell’assistenza privata dipende dai cambiamenti che stanno interessando la sanità, posta di ­fronte a numerose sfide, tra cui il taglio delle risorse finanziarie. Oggi come oggi, il settore pubblico può garantire solo servizi di base, cui hanno accesso tutti, ma che spesso non offre ciò di cui i cittadini hanno davvero bisogno. Le richieste particolari non possono essere sod­di­s­fatte e molte persone non si sentono assistite a dovere. Di conseguenza, cambia l’atteggiamento dei pazienti che, spinti ad assumersi una “nuova” responsabilità per la loro salute, da beneficiari di prestazioni si trasformano in veri e propri clienti, che partecipano in misura maggiore ai relativi costi.

I cambiamenti demografici pongono il settore sanitario di fronte a nuove sfide
Ärztin und ältere Dame im Rollstuhl

In buone mani?

I responsabili dell’azienda sanitaria locale sottolineano che, in caso di richieste urgenti, si interviene con rapidità, a prescindere dai costi, e che le prestazioni offerte dagli ospedali non sono seconde a nessuna clinica privata. Eppure, sono fuori dubbio i lunghi tempi di attesa al pronto soccorso e quelli per fissare una visita medica: per ottenere un appuntamento con uno specialista, nel 2017, gli altoatesini hanno dovuto ­attendere mediamente 48,7 giorni, per alcuni esami particolari addirittura mesi. Pagando si riesce a fissare la visita con il medico prescelto, talvolta anche il giorno stesso. In base a un sondaggio del quotidiano “Dolomiten”, circa l’80 percento degli altoatesini ritiene che da noi la medicina viaggi “a due velocità”: non solo per questo, se possono permetterselo, sempre più persone preferiscono farsi curare in una clinica. Il numero delle strutture private e delle rispettive offerte è cresciuto costantemente negli ultimi anni.

Assistenza sanitaria privata con Raiffeisen

Raiffeisen si occupa di assistenza sanitaria privata già da anni, con l’obiettivo di colmare le lacune del settore pubblico e sviluppare sempre di più le prestazioni integrative. “Rileviamo il fabbisogno dei nostri soci e clienti e ce ne occupiamo in maniera efficace”, ha riferito Gruber, “nel segno della missione cooperativa che Raiffeisen ha fatto propria”. I prodotti assicurativi contro gli infortuni e la malattia offrono un solido sostegno finanziario agli assicurati, schiudendo loro l’accesso all’assistenza sanitaria a premi vantaggiosi. Ad esempio, la polizza sanitaria per i soci delle Casse Raiffeisen garantisce la libera scelta tra le prestazioni che non sono coperte dal sistema pubblico. I consulenti delle Casse Raiffeisen assistono e informano i loro clienti, ne rilevano il ­fabbisogno e propongono soluzioni in linea con le loro esigenze.


Fondo Salute Raiffeisen

Un esempio di come Raiffeisen integri già al meglio l’assistenza sanitaria pubblica è il Fondo Salute Raiffeisen. Le aziende aderenti possono offrire ai loro dipendenti un’efficace integrazione dell’assistenza sanitaria a costi contenuti, che copre spese mediche per visite ­specialistiche private e pubbliche, trasporti ospedalieri, assistenza domiciliare, cure odontoiatriche, ecc. Le imprese stesse possono usufruire di sgravi fiscali, ma anche di minori contributi previdenziali e di solidarietà.

PACCHETTO FAMIGLIA

Dal 1° gennaio 2016, il fondo offre un ulteriore plusvalore, interessante soprattutto per le famiglie: attraverso il versamento di un contributo aggiuntivo, gli iscritti possono aderire al pacchetto di servizi “Famiglia” che, oltre a coprire le spese sanitarie sostenute dal socio, si fa carico anche di quelle che gravano sul coniuge e sui figli conviventi a carico.

CAMBIAMENTI DEMOGRAFICI – Sfida e opportunità

Thomas Streifeneder, esperto di sviluppo regionale presso EURAC, ci parla delle conseguenze dei cambiamenti demografici e di come sfruttarli al meglio. Thomas Streifeneder, direttore dell’Istituto per lo sviluppo regionale presso l’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano, si occupa di agricoltura, geografia economica e sviluppo socioeconomico nelle regioni alpine

Sig. Streifeneder, che cosa comportano i cambiamenti demografici?
Thomas Streifeneder. Non solo un invecchiamento della popolazione, ma anche una generazione di giovani “digitalizzati”, che hanno viaggiato molto e sono interattivi, un tasso di natalità in calo, una crescente immigrazione, strutture familiari in evoluzione, mutamenti climatici, cambiamenti dei valori e trasformazioni a livello ­economico e tecnologico. Nel 2030, un quarto della popolazione avrà più di 65 anni: questi anziani vorranno essere attivi e agiati, per continuare a godere dei piaceri della vita.

Di cosa ha bisogno l’Alto Adige?
Thomas Streifeneder. Dovremmo offrire una vecchiaia serena, sana e sicura, possibilmente entro le pareti domestiche. Il concetto è quello dell’“ambient assisted living”, cioè un’autonomia a casa propria, garantita il più a lungo possibile, grazie ad alcune tecnologie innovative.

 

La soluzione, quindi, è invecchiare da soli a casa propria?
Thomas Streifeneder. Un’alternativa valida sono le strutture multigenerazionali cui eravamo abituati un tempo. Gli anziani dovrebbero abbandonare gradualmente il mondo del lavoro, iniziando con un part-time, e non andare in pensione da un giorno all’altro a 65 o 67 anni: possono continuare a trasmettere ai giovani la loro esperienza, ma anche ­apprendere da loro.

Da dove dobbiamo cominciare?
Thomas Streifeneder. In questo settore abbiamo bisogno di ­operatori qualificati che si occupino di meno persone possibile. Il lavoro ­dev’essere interessante e pagato bene, ma servono anche nuovi ­modelli in fatto di orario: gli assistenti lavorano spesso ai limiti e
godono di scarso riconoscimento sociale.

 

Tutto questo ha un costo.
Thomas Streifeneder. È vero, ma i cambiamenti demografici offrono anche opportunità: le aree di montagna, essendo più fresche, potrebbero offrire la sede ideale per strutture in grado di ospitare 150 persone, che a loro volta possono creare valore aggiunto, offrire nuovi posti di lavoro e stimolare il consumo di prodotti regionali e biologici.