Un tour stimolante di rifugio in rifugio
Un’escursione di più giorni che si snoda a sud della catena principale alpina, da Vipiteno a San Giorgio: una straordinaria esperienza montana al di là dei sentieri più battuti.
Dati del tour
Itinerario: 74,8 km
Durata: 30:15 h
Salita: 5.576 m
Discesa: 5.698 m
Grado di difficoltà: difficile
Descrizione percorso
Si parte dalla stazione di Bressanone, seguendo la segnaletica “Alta Via di Fundres”. Stazioni: Malga Vizze, Rifugio Trenser Joch, Simile Mahd, Passo Val di Rudo, Rifugio Bressanone, forcella Geisscharte, Rifugio Ponte di Ghiaccio, Lago Ponte di Ghiaccio e Rifugio Lago della Pausa. Si prosegue poi su Cima Dodici, Cima di Pozzo, Cima Valperna, Cima Piatta e Monte Sommo sino a San Giorgio. Tempo di percorrenza: ca. 30 ore.
guida naturalistica e paesaggistica
“Ogni rifugio ha le sue peculiarità, soprattutto culinarie: a Malga Simile Mahd si possono assaggiare formaggi caserecci, al Rifugio Bressanone un’ottima pasta e al Rifugio Lago della Pausa una gustosa colazione a buffet, che attira molti escursionisti.”
Olav Lutz, guida naturalistico-paesaggistica,
olav.lutz@rolmail.net
L’Alta Via di Fundres conduce attraverso le montagne di Fundres, per lo più sopra il limite del bosco, sino a quasi 3.000 m, offrendo scorci paesaggistici maestosi ed esperienze culinarie nei rifugi di montagna. Per l’intera Alta Via, occorre calcolare sei giorni, ma gli escursionisti più esperti possono completarla in 4-5 giorni. Il percorso richiede passo fermo e ottime condizioni fisiche e in alcuni punti sono indispensabili assenza di vertigini e sicurezza nella scalata. È possibile pernottare in svariati rifugi, ma si consiglia di prenotare per tempo.
Il percorso, ben segnalato, prende avvio dalla stazione di Vipiteno: lungo i sentieri n. 24 e n. 5, raggiungiamo Malga Vizze e il Rifugio Trenser Joch. Dopo aver affrontato la prima vetta, il Giogo di Trens, ci concediamo la nostra prima pausa sull’idilliaca Malga Simile Mahd:
le rigogliose distese di rododendri donano il giusto tocco di colore al paesaggio. Il secondo giorno saliamo al Giogo di Sengas, per poi continuare verso il Lago Selvaggio e Passo Val di Rudo. L’ascesa al Picco della Croce è consigliata solo agli escursionisti più allenati. Al Passo Val di Rudo, scendiamo al Rifugio Bressanone. Il terzo giorno ci attende la tappa regina: attraversiamo le forcelle Steinkar e Geisscharte (attenzione: corda di sicurezza, solo per chi non soffre di vertigini), sino a raggiungere il Rifugio Ponte di Ghiaccio. Il quarto giorno scendiamo al Lago Ponte di Ghiaccio, proseguendo lungo diversi pendii sino al Lago della Pausa e al rifugio omonimo. L’ultimo giorno, partiamo alla conquista di Cima Dodici, Cima di Pozzo, Cima Valperna e Monte Sommo, raggiungendo lungo il sentiero n. 66 la meta di San Giorgio, sfiniti ma soddisfatti.
Consiglio della salute –
Un “cuore infranto” è un rischio per la salute
In collaborazione con www.herzstiftung.org
Chi, in seguito alla morte del partner, ha il “cuore infranto”, conduce una vita a rischio: come dimostrato da alcuni scienziati danesi, infatti, nel primo anno di lutto i familiari superstiti soffrono più frequentemente di disturbi cardiocircolatori. Per questo studio, pubblicato ad aprile, è stato considerato un campione di quasi un milione di danesi tra il 1995 e il 2014, senza tener conto del loro stile di vita.
La fibrillazione è il disturbo più frequente e può portare all’infarto o all’insufficienza cardiaca. Sulla base dei dati raccolti, i ricercatori hanno stabilito che la probabilità di essere soggetti per la prima volta, tra le persone che hanno perso il partner, è il 41 percento più elevata rispetto agli altri. Il culmine si manifesta tra gli otto e i 14 giorni successivi alla perdita, per poi diminuire gradualmente fino ad assestarsi, un anno dopo, allo stesso livello delle altre persone.
Rischio più elevato per gli under 60
Le persone più a rischio sono d’età inferiore ai 60 anni: nel loro caso, dopo la morte del partner, la probabilità di sviluppare un’alterazione del ritmo cardiaco raddoppia. Se il partner defunto era sano, e quindi il decesso inaspettato, il rischio aumenta addirittura del 57 percento.
A spiegazione di questo fenomeno, i ricercatori hanno documentato che gli ormoni dello stress rilasciati dopo il lutto possono comportare scompensi cardiocircolatori; la perdita del partner è considerata una delle esperienze più negative vissute da un essere umano. Nei casi più gravi, la somministrazione di farmaci contro lo stress e una consulenza psicologica professionale possono contribuire a una guarigione completa.
Fonte: magazine specialistico britannico “Open Heart”