Sulle tracce dell’oro bianco e di fonti curative maleodoranti
La cava di marmo di Lasa e la fonte sulfurea “Stinkabrunn” sorgono nel cuore dell’incantevole paesaggio montano della Val Venosta, perfetto per un’escursione avventurosa tra una ricca moltitudine di scorci naturali.
Dati del tour
Itinerario: 20,6 km
Durata: 7 h e ½
Salita: 1.186 m
Discesa: 1.186 m
Grado di difficoltà: difficile
Descrizione
Oltrepassare il ponte sull’Adige di Lasa in direzione Tarnell nella Valle di Lasa, sino alla cascata “Gurgl”. Quindi, imboccare la Bremsweg lungo la funicolare, per poi proseguire sino alla Malga di Cegles di Sotto e al celebre castello omonimo. Incamminarsi lungo il sentiero Parnetz sino al biotopo Schmugs e alla fonte sulfurea “Stinkabrunn”, facendo ritorno a Lasa lungo l’area paludosa. Tempo di percorrenza: 7 ore e 30 minuti.
guida naturalistica e paesaggistica
“Imperdibile la sosta al Castello di Cengles, soprattutto se è presente il guru delle escursioni Karl Perfler, padrone di casa e interlocutore visionario, che coccola i suoi ospiti con specialità venostane.”
Olav Lutz, guida naturalistico-paesaggistica,
olav.lutz@rolmail.net
Questa escursione è l’ideale per coloro che hanno sempre voluto conoscere l’origine del marmo di Lasa, celebre nel mondo. Partiamo dal ponte sull’Adige di Lasa in direzione Tarnell lungo la valle di Lasa, imboccando i sentieri n. 5 e 12 verso Gurgl. Dopo circa un’ora, ci attende l’imponente spettacolo naturale della cascata omonima, che si getta con fragore nella profonda gola: nel punto più alto, cui approdiamo dopo mezz’ora, scorgiamo le gallerie della Cava Acqua Bianca, dove, dal 1883, viene estratto il marmo di Lasa, noto anche come “oro bianco”. Ci incamminiamo verso valle sino al Bremsberg, per poi risalire seguendo le indicazioni per “Malga di Lasa di Sopra”. Dopo un’ora, giungiamo alla stazione a monte della funivia marmifora con funicolare a piano inclinato, unica nel suo
genere al mondo, che consente di trasportare a valle blocchi del peso di diverse tonnellate. Seguendo i sentieri n. 14 e 15, nel giro di mezz’ora, raggiungiamo la malga Cengles non gestita, sotto la quale, la via n. 2 costeggia il ruscello verso Cengles: qui, presso il castello omonimo, dalla posizione incantevole, ci concediamo una breve sosta in compagnia del guru delle escursioni Karl Perfler e delle prelibatezze venostane. Lungo la via che conduce a Parnetz, giungiamo al biotopo Schgumser Möser. Davanti a noi si erge la storica fonte sulfurea “Stinkabrunn”, il cui odore ricorda le uova marce: l’acqua è ricca di minerali e viene utilizzata a scopo curativo. Dopo un’altra mezz’ora, stanchi ma appagati, facciamo ritorno al punto di partenza.
Consiglio della salute – Le malattie cardiocircolatorie hanno sviluppi diversi nelle donne?
In collaborazione con www.herzstiftung.org
Da alcuni studi è emerso che l’infarto cardiaco nelle donne viene spesso diagnosticato e curato meno prontamente di quanto accade negli uomini, comportando un tasso di mortalità superiore. Infatti, molti soggetti colpiti, ma anche molti medici, non riconoscono tempestivamente il rischio. Il problema è legato ai sintomi, che in molti casi si manifestano diversamente rispetto ai classici “campanelli d’allarme”, come il senso di oppressione al torace e il dolore che s’irradia a braccia, collo e mascella, ma anche difficoltà respiratorie e sudorazione. Tutti questi sintomi possono colpire anche le donne, ma più raramente.
Segnali aspecifici
Molto più spesso, nelle donne l’infarto cardiaco si preannuncia con sintomi aspecifici, come affanno, malessere, vomito e dolori localizzati nell’addome superiore e nella nuca. Talora è percepito un senso di oppressione al torace. Proprio segnali come malessere ricorrente, spossatezza e vertigini possono manifestarsi già alcuni giorni prima dell’infarto vero e proprio, ma a volte non vengono riconosciuti correttamente: per questo, le donne dovrebbero prestarvi maggior attenzione, consultando il medico in presenza di sintomi atipici con una frequenza inusitata.
In entrambi i sessi, i fattori di rischio psico-sociali, come reddito modesto, ceto basso, stress sul posto di lavoro, timore, depressione ecc., aumentano il rischio di patologie coronarie, influenzando la prognosi in caso di malattia. Tuttavia, stando a uno studio svedese, difficoltà familiari e conflitti con il coniuge sono più pericolosi per le donne, rispetto alle situazioni di stress vissute sul lavoro.