“Nella vita è importante trovare la propria motivazione”
Da quando era bambino fino agli anni Novanta, Joey Kelly ha girato l’Europa come membro della band musicale “Kelly Family”. Oggi, questo poliedrico personaggio continua a viaggiare in tutto il mondo, ma lo fa in occasione di gare sportive e avventure estreme, registrando prestazioni fisiche al limite dell’impossibile. In quest’intervista ci concede uno sguardo alla sua movimentata vita.
Da sportivo estremo, Lei ha girato tutto il mondo, camminando, correndo e pedalando, dopo aver calcato i palchi di tutt’Europa come musicista insieme ai genitori e ai suoi undici fratelli. Sinceramente, quale delle due attività Le ha dato più soddisfazioni?
Joey Kelly. Entrambe (ride). Se una volta la mia passione era la musica, oggi lo sono gli sport di resistenza. Gli esordi della nostra avventura musicale sono stati difficili: per 18 anni nessuno ci ha notato e abbiamo dovuto lottare per la sopravvivenza. Poi, improvvisamente, nel 1994 è arrivato il successo e abbiamo venduto 20 milioni di LP, oltre a conquistare 48 dischi d’oro e di platino. Col senno di poi, sono contento di aver vissuto e superato quell’esperienza, ma anche di poterne parlare in piena salute, essendone uscito indenne. Ho scoperto lo sport di resistenza in maniera del tutto casuale e oggi è diventato il mio passatempo preferito, fonte di svago, salute e rigenerazione.
In altre parole, basta con la musica, ma in compenso tanto sport. Quante ore si allena ogni giorno?
Joey Kelly. Quotidianamente mi alleno dalle due alle tre ore, anche se la mia professione resta quella dell’imprenditore, non dello sportivo. Dirigo una piccola azienda con sei collaboratori che gestiscono le mie conferenze e attività. Lo sport è un hobby che seguo con assiduità e che mi consente di divertirmi e recuperare forze.
Lei gira il mondo tenendo conferenze sulla motivazione. Non crede che il training motivazionale sia inflazionato? Cos’è per Lei la motivazione?
Joey Kelly. L’aspetto principale è riuscire a motivare se stessi ponendosi degli obiettivi. Per questo, ribadisco di non essere un formatore: ciascuno, nell’ambito della propria vita, deve trovare la propria motivazione. Non serve a nulla partecipare a un corso, impegnarsi al massimo per tre settimane e poi mollare tutto: è essenziale invece avere sempre un obiettivo davanti a sé. Se le mie conferenze possono ispirare e infondere il coraggio di percorrere la propria strada con maggior convinzione, ho già fatto molto.
Come si fa a perseguire al meglio i propri obiettivi?
Joey Kelly. Bisogna lottare sempre e non gettare mai la spugna. È tutta questione d’impostazione mentale: la disciplina è fondamentale per il successo. Sembra semplice, ma non sempre lo è, poiché ciascuno cela in sé delle debolezze, io per primo. È necessaria resistenza e lungimiranza.
Può capitare di porsi obiettivi troppo ambiziosi?
Joey Kelly. Naturalmente. Negli sport estremi si registra un elevato numero di atleti che non sopravvive: credo sia un grave errore esporsi a un obiettivo che mette a repentaglio la propria vita. La mia attività è pericolosa, ma il suo fattore di rischio è sotto controllo. Certo, talvolta può capitare anche a me di esagerare.
Ciò significa che riesce anche a fare marcia indietro, interrompendo un progetto già in corso?
Joey Kelly. Fino ad oggi ho sempre portato a termine ogni gara a cui ho partecipato. Le avventure che intraprendo non sono escursioni in montagna, in cui il fattore meteorologico può rappresentare una minaccia. Certo, in un paio di occasioni ci sono andato vicino: quando ci si fa male o ci si smarrisce, si rischia anche di morire se i soccorsi sono tardivi. Tuttavia, con quasi venti anni d’esperienza alle spalle, s’impara anche a contenere i pericoli attraverso una scelta oculata delle competizioni e un’adeguata preparazione atletica. Ovviamente, la sicurezza al 100% o il rischio zero non esiste.
Quali sono i Suoi prossimi obiettivi? Esistono imprese che non ha ancora affrontato?
Joey Kelly. Certo! Sono stato al polo sud con Markus Lanz e quest’anno mi piacerebbe cimentarmi con il polo nord. Inoltre vorrei partecipare per la quarta volta alla famosa gara ciclistica “Race Across America”, che si snoda su un tracciato di 4.800 km, dalla costa occidentale a quella orientale degli USA. Ma ho in programma anche l’attraversamento di alcuni Paesi: quest’anno correrò da Monaco a Venezia, passando per l’Alto Adige. Per raggiungere questi obiettivi, mi tengo allenato tutto l’anno partecipando a “gare di riscaldamento”. L’importante è non fermarsi mai! (ride)
Quindi anche l’Alto Adige è sulla mappa dei Suoi obiettivi. Conosce la nostra regione?
Joey Kelly. La conosco molto bene: ci sono stato decine di volte in vacanza. Mi piace un sacco quest’area, che considero l’angolo più bello d’Europa. Il tempo è buono, il cibo è eccezionale e la gente è sempre di buon umore. Soprattutto d’estate è un vero incanto, perfetto per me e la mia famiglia.
Cenni biografici
Classe 1972, Joey Kelly si è avvicinato agli sport di resistenza a metà degli anni Novanta in seguito a una scommessa con la sorella. Il suo bilancio è impressionante: ad oggi ha partecipato a 45 maratone, 30 ultramaratone, dieci corse nel deserto, tre edizioni della “Race Across America”, nonché a numerosi triathlon e Ironman, di cui detiene il record mondiale, avendo partecipato a otto edizioni in un solo anno.
Nel 2010, ha portato a termine un’impresa unica: in 17 giorni, ha attraversato la Germania di corsa, da Wilhelmshaven fino alla Zugspitze a 2962 metri. Nell’inverno 2010/11 ha affrontato insieme a Markus Lanz la “Corsa verso il polo sud”, una marcia forzata di 400 km attraverso il deserto di ghiaccio dell’Antartide. Joey Kelly vive insieme alla moglie e ai tre figli nei pressi di Bonn.