“Le decisioni migliori sono quelle che s’ispirano alla certezza”
Markus Merk ha alle spalle una brillante carriera nell’ambito dello sport: per tre volte è stato nominato “miglior arbitro del mondo” da una giuria composta da esperti di oltre 100 Paesi, che l’hanno selezionato tra oltre 700.000 candidati. In occasione del Simposio degli investitori organizzato da Raiffeisen InvestmentClub, ha introdotto i soci all’arte delle “decisioni certe”.
Sig. Merk, quand’era un arbitro FIFA di calibro internazionale, ha diretto alcune memorabili partite di calcio. Immagino che attenda con gioia i prossimi Campionati europei…
Markus Merk. Certo, sarò felicissimo di assistere a un torneo ricco di incontri appassionanti, in cui anche le squadre minori hanno la possibilità di farsi notare. È un peccato che gli Europei siano offuscati dal timore di attacchi terroristici, che impongono misure di sicurezza elevatissime.
Per un arbitro è essenziale prendere decisioni in frazioni di secondo. Com’è possibile coniugare rapidità ed equità?
Markus Merk. Non esiste una ricetta per prendere decisioni corrette e condivise: una scelta sicura dev’essere rapida, convincente e senza ripensamenti. Si tratta di un processo di costante apprendimento e allenamento. Dirigere numerose partite porta a memorizzare determinati modelli decisionali da applicare alle diverse situazioni, cioè esperienze che possono essere richiamate alla mente quando servono, in frazioni di secondo, appunto.
Non ritiene che una decisione dettata dalla rapidità possa essere precipitosa e, quindi, rilevarsi sbagliata?
Markus Merk. In questo campo vale la regola secondo cui la prima intuizione è quella corretta. Non vale la pena costruirsi una seconda percezione: le decisioni sicure vengono prese in armonia tra raziocinio e intuito. Meno è il tempo a disposizione in una situazione complessa, maggiore è il peso della componente intuitiva. Se ne ho la possibilità, naturalmente, cerco di consultarmi con i miei assistenti. Decidere rapidamente non vuol dire farlo in maniera affrettata; in ogni caso, è sempre meglio non trascinare una decisione nel tempo, perché così se ne riduce il grado di accettazione e la certezza.
E come la mettiamo con le decisioni sbagliate?
Markus Merk. Quando gli uomini sono all’opera, c’è la possibilità che sbaglino, nel calcio come in ogni altro ambito della vita, ma dalle scelte sbagliate s’impara, anche se può essere doloroso. Arriva un momento in cui è necessario fare i conti con i propri errori.
Secondo Lei, quali sono le caratteristiche di un buon arbitro?
Markus Merk. Gli arbitri devono avere il coraggio di assumersi la responsabilità e la voglia di prendere decisioni, due caratteristiche essenziali per esercitare un ruolo direttivo sotto i riflettori, analogamente a quanto è richiesto a un dirigente d’azienda. Sono inoltre importanti le competenze tecniche, la rapidità decisionale e la forza mentale.
Quali sono le principali differenze tra le decisioni di un arbitro e quelle di un investitore?
Markus Merk. Le scelte di un investitore riguardano in primo luogo il suo interesse personale ed economico mentre gli arbitri, decretando vittorie o sconfitte, influenzano anche la situazione finanziaria dei circoli sportivi e suscitano emozioni tra i loro fan. Ciascuna decisione cela la possibilità di scelta e una dose d’incertezza: quindi, sia gli arbitri sia gli investitori devono essere consapevoli di ciò che fanno e convinti delle loro scelte, se non addirittura entusiasti, nella migliore delle ipotesi.
Spesso, in situazioni critiche, le persone tendono a comportarsi in maniera isterica. Parliamo di calciatori, ma anche di risparmiatori…
Markus Merk. Le situazioni critiche dovrebbero essere sempre affrontate con i nervi saldi, quindi mantenendo la calma. L’isteria non porta a nulla, al contrario dell’esperienza e della consapevolezza costruita nell’arco di anni, che consentono di raggiungere la forza interiore e compiere i passi giusti.
Un arbitro deve poter fare affidamento su validi assistenti a bordo campo. Vede delle analogie con la consulenza finanziaria?
Markus Merk. Penso proprio di sì. Così come l’arbitro lavora in team con i guardalinee, anche il risparmiatore forma una squadra con il suo consulente finanziario: proprio una buona collaborazione consente di prendere insieme decisioni critiche. Il principio morale del fair play può essere applicato anche all’attività economica: alla base ci dev’essere un sano rapporto di fiducia, poiché lo scetticismo costante e fine a se stesso è controproducente. Se viene a mancare questa base di fiducia, significa che non si è scelto il partner giusto, che pertanto va cambiato. Questo vale per gli investitori, gli arbitri ma anche per tutti gli altri rapporti. (ride)
Sig. Merk, al di là dell’universo sportivo e di quello economico, lei è attivo anche in diversi progetti solidaristici e di sviluppo. Come mai Le sta così a cuore quest’impegno?
Markus Merk. Ritengo di aver avuto molta fortuna nella vita e, per questo, desidero aiutare chi è in difficoltà. I nostri progetti in India sono finalizzati alla costruzione di scuole, orfanotrofi e altre istituzioni sociali, e tutto ciò mi riempie di gioia.
CENNI BIOGRAFICI
Markus Merk, nato nel 1962 a Kaiserslautern, ha studiato odontoiatria e, fino al 2004, ha gestito uno studio privato. Nelle vesti di arbitro di calcio DFB e FIFA, tra il 1988 e 2008, ha diretto oltre 250 partite valevoli per la Bundesliga, oltre a numerosi incontri internazionali, e per tre volte è stato nominato “miglior arbitro del mondo”. Dal 2005 tiene conferenze sul tema delle “decisioni certe” e offre consulenza alle imprese. Oltre a essere attivo nel mondo sportivo ed economico, è impegnato in numerosi progetti umanitari e di sviluppo, che prevedono tra l’altro la realizzazione di orfanotrofi e scuole nell’India del sud. Per le sue prestazioni in campo sportivo e sociale, nel 2005 è stato insignito della croce al merito della Repubblica Federale di Germania.
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