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Amministrazione di sostegno: quando è indispensabile l’assistenza legale

Quando una persona, a causa di una malattia, una menomazione o una dipendenza, non è più in grado di occuparsi da sola di determinate questioni, deve fare affidamento su un aiuto esterno, sempre più spesso sotto forma di amministrazione di sostegno.

Giovanna è una signora anziana che soffre di demenza. Con il progredire della malattia, i figli si rendono conto che la donna, vedova, non può più occuparsi da sola delle sue finanze. Decidono pertanto di rivolgersi all’Associazione per l’Amministrazione di Sostegno di Bolzano, che offre consulenza e prospetta loro una soluzione: il passo successivo è l’udienza dal Giudice tutelare per ottenere la nomina di un amministratore per la madre. Dopo aver ascoltato i figli, parlato con la donna e visionato le cartelle cliniche,

il giudice assegna l’incarico alla figlia Barbara, che accetta di buon grado. Un decreto del tribunale stabilisce i poteri precisi di quest’ultima, nonché le risorse finanziarie di cui la madre potrà disporre liberamente, ad esempio per il suo amato caffè pomeridiano con le amiche. Barbara ha ora il mandato legale per effettuare operazioni bancarie per conto dell’anziana madre e per occuparsi della gestione della casa. Giovanna è un caso fittizio che rispecchia, però, una situazione largamente diffusa.


Quasi 3.600 

residenti in Alto Adige sono assistiti da un amministratore di sostegno.

Circa la metà di loro soffre di demenza, ma spesso si tratta di soggetti affetti da disabilità cognitive, psicofisiche o dipendenze. L’amministratore di solito si occupa di questioni finanziarie, di atti straordinari e della gestione delle proprietà.

Fonte: Associazione per l’amministrazione di sostegno, 2022


L’Associazione per l’Amministrazione di Sostegno

fondata nel 2010 su iniziativa del giudice Peter Michaeler, è il primo punto di contatto per chi è interessato da questo problema. Oltre a offrire una prima consulenza gratuita, fornisce materiale informativo, organizza corsi di formazione e sostiene gli amministratori nella loro attività. Roberta Rigamonti, presidente sin dalla sua fondazione, in precedenza si occupava delle stesse mansioni presso la Federazione per il Sociale e la Sanità, introdotta per legge in Italia nel 2004. Grazie al supporto della Provincia, l’Alto Adige è stata la prima regione a creare strutture e processi adeguati e ora esercita un ruolo leader a livello nazionale.

Garantire l’autonomia

Questo istituto si differenzia in maniera sostanziale dall’interdizione, in cui una persona viene privata della capacità di agire. “Con un’organizzazione flessibile, si cerca di limitare il meno possibile l’indipendenza del singolo”, afferma Rigamonti. Ad esempio, l’amministrazione può essere applicata in maniera circoscritta a livello temporale e solo ad aree specifiche, intervenendo esclusivamente nelle decisioni straordinarie e lasciando al beneficiario la possibilità di gestire in maniera indipendente la propria quotidianità.

 

“L’amministrazione di sostegno offre un aiuto fondamentale, soprattutto nelle operazioni bancarie”, afferma Michael Facchini, consulente alla clientela e vicedirettore di filiale della Cassa Rurale di Salorno. Le persone con disabilità spesso non sono in grado di prelevare contanti agli sportelli automatici, effettuare bonifici o modificare ordini permanenti; capita che smarriscano il denaro, lo nascondano o semplicemente dimentichino dove l’hanno messo. Eventuali transazioni sconsiderate relative a questioni finanziarie, investimenti o contratti possono avere conseguenze anche gravi. Purtroppo, i più deboli sono spesso vittime di truffe, perpetrate attraverso telefonate minacciose che li inducono a consegnare somme di denaro. “Le fonti di rischio sono molteplici”, prosegue Facchini, “e pertanto è fondamentale proteggere tali soggetti, talvolta anche da se stessi”.

 

Il processo è solitamente snello. L’amministratore informa la banca e trasmette il decreto del Tribunale, che ne definisce con precisione i poteri, ad es. in merito alla disponibilità mensile di denaro. Queste specifiche vengono annotate nell’anagrafica del cliente, in modo da essere immediatamente visibili in caso di movimenti sul conto corrente. Di norma, il beneficiario mantiene la titolarità del conto, ma le operazioni vengono disposte da chi lo assiste che, a fine anno, deve rendicontare tutta la movimentazione all’insegna della trasparenza e della tracciabilità.


Assistenza coscienziosa

Sebbene questo istituto offra alcuni vantaggi rispetto all’inabilitazione, si tratta comunque di un processo delicato. Qualora il giudice, sentiti i familiari ed esaminata la documentazione medica, giunga alla conclusione che è necessaria un’assistenza, questa può essere imposta anche contro la volontà del singolo. Tuttavia, Rigamonti sottolinea che ciò avviene sempre con l’obiettivo di tutelare la persona interessata e che il giudice interviene esclusivamente per curarne gli interessi. “Gli amministratori devono assumere i loro compiti per senso di solidarietà”, sottolinea ancora Rigamonti. “Chiunque ha il diritto di essere assistito e seguito con scrupolosità e coscienza, ma questo è possibile solo se chi assume l’incarico lo fa per due o tre casi, non per 20, 30 o più”.

Come viene selezionato l’amministratore?

Esistono diverse modalità. Ogni cittadino può esprimere la propria scelta presso un notaio, indicando chi dovrà assisterlo in caso di limitazioni. Se non viene presa alcuna decisione in tal senso, al momento opportuno, il giudice interrogherà la persona in merito ai propri desideri. In Alto Adige, nel 70% dei casi, l’incarico viene affidato a un familiare. Tuttavia, qualora non sia possibile individuare una soluzione all’interno della famiglia, il giudice può nominare un soggetto esterno, di solito un legale. Tutti gli amministratori di sostegno sono iscritti in un registro provinciale; in linea di principio, chiunque può ambire a tale funzione e assolvere un programma di formazione. L’associazione offre sia corsi di base che seminari di perfezionamento.

Barbara è contenta di potersi occupare degli affari della madre contando sul riconoscimento giuridico del proprio ruolo e di rendere conto di tale attività al tribunale. Dopo tutto, vuole solo il meglio per l’anziana donna nella consapevolezza che, prima o poi, anche lei potrebbe dipendere dall’aiuto dei propri figli.

In aumento le richieste di assistenza

In quest’intervista, Roberta Rigamonti ci parla dell’aumento delle richieste di amministrazione di sostegno e dei compiti dell’associazione che dirige.

Signora Rigamonti, chi si rivolge a voi?

Roberta Rigamonti. Nella maggior parte dei casi, si tratta del parente stretto di una persona disabile o malata, che vuole avviare il processo di nomina di un amministratore di sostegno, funzione spesso esercitata dal familiare stesso.

 

Quant’è diffusa l’amministrazione di sostegno?

Quando abbiamo aperto il primo sportello di consulenza nel 2006, il nostro obiettivo era quello di assistere una decina di persone. Nel 2008, il numero di casi era già salito a 180 e, oggi in Alto Adige, vivono circa 3.600 soggetti beneficiari. In tutta Italia, i casi attivi sono circa 325.000, ma il potenziale è di oltre quattro milioni.

 

Chi sono le persone assistite?

In primo luogo, anziani affetti da demenza, ma anche persone con disabilità, malattie psichiche e degenerative o problemi di dipendenza.

Qual è il compito dell’associazione?

Ci occupiamo di sensibilizzazione, informazione e formazione, ma anche della gestione attiva di alcuni casi, attualmente 30. Il nostro obiettivo è quello di intensificare la consulenza nelle residenze per anziani e negli ospedali, oltre che di espandere la nostra presenza nelle aree rurali, ma per farlo abbiamo bisogno di più personale e volontari, così come di strutture adeguate. Il contatto con il pubblico e i rapporti con il Giudice tutelare richiedono molto impegno.

 

Ha qualche consiglio da darci?

Quello di scegliere sin da subito un tutore per se stessi, anche se sono consapevole che, come per la stesura del testamento tradizionale o biologico, ciò accade raramente. Eppure, così facendo, possiamo determinare il nostro futuro, qualora non fossimo più in grado di farlo in prima persona.


Associazione per l’Amministrazione di Sostegno
Piazza della Vittoria 48, 39100 Bolzano

0039 0471 188 22 32
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