A colloquio con Paul Gasser
Avvicendamento ai vertici della federazione Raiffeisen. Grandi risultati per Raiffeisen. Al centro del suo operato ci sono sempre stati l’interesse comune e il successo dell’Organizzazione Raiffeisen: dopo 14 anni alla guida della Federazione Cooperative, alla fine dello scorso anno, Paul Gasser si è ritirato in pensione.
Ha iniziato il suo mandato di direttore generale nel gennaio 2009, nel bel mezzo della crisi economico-finanziaria, e l’ha concluso nell’anno della “svolta”, in un periodo segnato da svariate crisi globali. Gettando uno sguardo al lavoro svolto, Paul Gasser consegna al suo successore un’organizzazione di successo: le Casse Raiffeisen vantano una situazione solida, le cooperative agricole si sono sviluppate bene, il ruolo di quelle energetiche e sociali è stato consolidato, così come è stato rafforzato il senso di appartenenza delle realtà aderenti alla Federazione.
Signor Gasser, dopo aver operato ai vertici dell’Organizzazione Raiffeisen per 30 anni, ha ora portato a termine il mandato di direttore generale. Qual è il Suo bilancio?
Paul Gasser. Non posso che esprimere gratitudine e soddisfazione. Ho svolto con piacere il ruolo di direttore generale, considerandolo sempre un compito gradito. Ho avuto l’opportunità di fare molto per l’Organizzazione Raiffeisen: è stato un periodo intenso e impegnativo, ma anche coronato da successi.
Lei conosce Raiffeisen come nessun altro. Cosa rappresenta per Lei?
L’Organizzazione Raiffeisen incarna valori sostenibili: le cooperative sono un esempio di democrazia economica vissuta in prima persona, promuovono i cicli locali e creano benefici per il singolo socio al di là degli aspetti puramente economici. Queste realtà sono importanti per la coesione della società: senza di esse, l’Alto Adige sarebbe più povero. Per me, quindi, è stato un onore poter guidare questa organizzazione.
Quando ha assunto l’incarico, nel 2009, ha dichiarato che il Suo compito era quello di gestire in maniera efficace questo organismo: ritiene di averlo assolto, anche con riferimento ai soci?
Credo di sì. La Federazione Raiffeisen è attiva in molti ambiti diversi, i nostri soci provengono da tutti i settori e presentano quindi esigenze differenti. Uno dei miei obiettivi è stato quello di fare di questa Federazione un importante punto di riferimento, non solo per le Casse Raiffeisen, ma anche per gli altri settori come l’agri- coltura, il sociale e l’energia, di creare maggiore prossimità e rafforzare il senso di appartenenza. A tal fine, abbiamo istituito comitati di coordinamento e ampliato i servizi e la tutela degli interessi. Per quanto riguarda le Casse Raiffeisen, siamo riusciti a mantenere la loro indipendenza locale, in modo che possano continuare a operare sul mercato con il loro orientamento cooperativo.
Nel corso degli anni, si è guadagnato la reputazione di networker capace, avendo stabilito e mantenuto contatti e relazioni con numerosi soggetti. Quanto è stata importante questa attività?
Il lavoro all’interno della Federazione ha successo solo se svolto nell’ambito di una rete e in modo coordinato, anche con i partner esterni. Ciò che fa la differenza sono i rapporti paritetici e la ricerca di un interesse comune: non contano tanto i benefici a breve termine, quanto un approccio condiviso nel lungo periodo. Nel dialogo con le autorità di vigilanza, le istituzioni e le associazioni di categoria a Roma, ho sempre chiesto che venissero considerate le nostre caratteri-stiche e peculiarità. Inoltre, ho cercato di riallacciare i rapporti con Raiffeisen Austria, con cui storicamente condividiamo molto, e oggi siamo membri della Federazione austriaca.
Il Suo mandato di direttore generale è coinciso con alcuni momenti particolari. Quali sono state le sfide principali e come le ha affrontate?
Ce n’è stata più d’una, ad esempio, la ristrutturazione di Assimoco, la causa dell’autorità antitrust con l’accusa di “cartello” rivolto alle Casse Raiffeisen, il braccio di ferro durato anni per la riforma del credito cooperativo, concluso con la realizzazione dell’IPS, ma anche l’esternalizzazione del centro informatico a una società consortile. Alla fine, tutti i problemi sono stati risolti con successo. Ho sempre cercato di mettermi nei panni della mia controparte e di individuare soluzioni che fossero soddisfacenti per tutti i soggetti coinvolti. Ciò richiede determinazione, assertività e un pizzico di lungimiranza. Devo ammettere che talvolta la fortuna ci ha assistito, ma in fine dei conti ci vuole sempre la determinazione di affrontare le cose di petto e metterle in pratica.
… come nel caso della riforma del credito cooperativo, dove siete riusciti a ottenere un sistema di garanzia istituzionale per le Casse Raiffeisen, preservando la loro autonomia?
In quel momento, era necessario riconoscere i segni del tempo e agire con lungimiranza. Inizialmente, non abbiamo potuto fare nulla contro la legge di riforma del governo Renzi del 2015, però si trattava di partecipare attivamente a questo lungo processo per sfruttare le opportunità di crescita. Ne abbiamo approfittato e siamo stati in grado di plasmare gli sviluppi a nostro favore, sfociati nell’approvazione del sistema di garanzia istituzionale.
Che cosa ha serbo il Suo futuro?
È sempre stata mia intenzione determinare in piena autonomia la conclusione della mia carriera professionale: al centro dei miei pensieri c’era sempre l’Organizzazione Raiffeisen, che oggi versa in una buona situazione, rendendomi più facile il passaggio del testimone. “Mollare” è sempre difficile, ma significa anche schiudere nuovi spazi creativi. Naturalmente, mi mancheranno molti rapporti di fiducia instaurati con persone all’interno e all’esterno della Federazione e dell’Organizzazione.
Ora avrà più tempo da dedicare ai Suoi hobby, ovvero la musica, la cultura e la filosofia…
Suppongo di sì. Tra le altre cose, sono presi-dente della Fondazione Haydn di Trento e Bolzano e dell’associazione Brixner Initiative Musik und Kirche, e non mi dispiacerebbe essere coinvolto maggiormente in questi ruoli. Considero questi compiti divertenti e piacevoli, oltre che importanti a livello socioculturale.
Cosa augura al Suo successore?
Robert Zampieri proviene dal mondo della cooperazione e porta con sé ottimi presupposti. Gli auguro di avere successo nel suo nuovo incarico di direttore generale.
CENNI BIOGRAFICI
Nato nel 1959 a Vandoies, ha studiato Economia aziendale a Verona. Dal 1987 al 1992, ha lavorato per la Banca Popolare di Bressanone mentre, dal 1992 al 2001, è stato direttore di Raiffeisen Servizi Assicurativi. Dopo essere stato, dal 2001 al 2009, responsabile dell’Area Banche e vicedirettore della Federazione Raiffeisen dell’Alto Adige, il 1° gennaio 2009 è stato nominato direttore generale, funzione ricoperta fino al 31.12.2022. Altre cariche: presidente di Raiffeisen Servizi Assicurativi, vicepresidente di Assimoco SpA e Assimoco Vita SpA, presidente della Commissione regionale ABI, membro del Consiglio di amministrazione di Sprint Italia SpA, consigliere e presidente del Comitato esecutivo di Mediocredito Trentino-Alto Adige, presidente della Fondazione Haydn e dell’associazione Brixner Initiative Musik und Kirche.