Siamo tutti parte del problema, ma anche della soluzione
Già da decenni, i ricercatori ci stanno mettendo in guardia dai rischi di un collasso climatico. A causa del susseguirsi di eventi atmosferici estremi, la consapevolezza è in aumento, ma il divario tra conoscenze in materia e interventi concreti è ancora ampio, anche nella nostra regione. L’associazione Klima Club Südtirol vuole risvegliare le coscienze e fare la sua parte.
Foto: I soci fondatori del Klima Club Südtirol. In prima fila, da sx a dx, Johann Czaloun, Thomas Egger, Ulrike Vent, Martin Sulser. In piedi, da sx a dx, Gerd Huber, Eva Ladurner, Roland Plank
Sig. Egger, quali sono gli obiettivi di Klima Club Südtirol?
Thomas Egger. L’Alto Adige ha chiaramente fallito gli obiettivi climatici che si era posto per lo scorso decennio, un aspetto di cui non tutti sono a conoscenza. Ci siamo spesso confrontati su questo tema con i politici, offrendo loro il nostro know-how come supporto in questa materia e in relazione alle misure di resilienza: lo scopo è quello di apportare la nostra esperienza pluriennale, contribuendo a dare risposte efficaci a questa sfida esistenziale.
Quali attività concrete sono seguite?
Eva Ladurner. Insieme a Georg Kaser, climatologo, abbiamo valutato tutti i progetti del cosiddetto “Recovery Funds” in relazione al loro impatto sugli obiettivi climatici. Le nostre argomentazioni si fondano sempre ed esclusivamente sulle evidenze, poiché le analisi sono basate su numeri e fatti. Ci siamo occupati anche della bozza del “Piano Clima Energia – Alto Adige 2050 Update 2021” della Giunta provinciale, di recente pubblicazione, che consideriamo carente: alcuni settori e interventi sono esclusi e non viene mostrata l’influenza dei singoli progetti sul raggiungimento degli obiettivi. Inoltre, le informazioni devono essere divulgate meglio.
In quali ambiti c’è bisogno di intervenire con urgenza in Alto Adige?
Thomas Egger. Sicuramente nel settore edile, dove va data assoluta priorità al risanamento di immobili rispetto alla costruzione di nuovi edifici. Inoltre, dev’essere ridotto il traffico individuale, convertendo quello inevitabile su energie rinnovabili, come le vetture elettriche, ma c’è anche bisogno di piste ciclabili sicure, soprattutto in periferia. Infine, dobbiamo abbandonare subito i vettori fossili, come gas e petrolio, sviluppando massicciamente quelli rigenerativi come il fotovoltaico.
E quali sono i punti di forza della nostra provincia?
Eva Ladurner. Sotto molti punti di vista possiamo dirci privilegiati, essendo ricchi di risorse, come quelle necessarie alla produzione di energie rinnovabili: pensiamo all’acqua per l’energia idroelettrica o alla biomassa per il calore. Grazie all’ampia varietà di alimenti che vengono coltivati e prodotti, possiamo gettare le basi per efficienti circuiti locali nell’approvvigionamento alimentare e, avendo la fortuna di vivere in un territorio ricco, possiamo permetterci di effettuare gli investimenti richiesti per la transizione ecologica, così da evitare gli effetti più dannosi della crisi climatica.
Ritiene che la protezione del clima possa funzionare solo attraverso divieti e leggi o la politica potrebbe puntare di più su incentivi e stimoli?
Thomas Egger. La tutela climatica e ambientale non è necessariamente fatta di divieti. Attraverso una combinazione di misure, è possibile indicare una via più ecologica per economia, agricoltura, trasporti, energia, ecc. Naturalmente, sono necessarie regole e condizioni chiare e vincolanti, ma se entrano in vigore dei divieti (ad es. quello riguardante il riscaldamento a gas), allora è necessario che la politica offra alternative valide (ad es. incentivi per le pompe di calore). E sì, la politica dovrebbe puntare maggiormente sugli incentivi, quindi su stimoli per la conversione a tecnologie efficienti dal punto di vista ambientale.
A Suo avviso, la transizione ecologica deve tenere conto anche degli aspetti sociali? Per citare un esempio, gli aumenti della benzina colpiscono in primo luogo le persone a basso reddito e i pendolari.
Eva Ladurner. La tutela climatica deve prescindere dal livello di reddito. Alcuni investimenti in soluzioni sostenibili si ripagano già oggi grazie ai massici interventi pubblici (pensiamo ad agevolazioni fiscali, Superbonus, premio per le auto elettriche). Rispetto alla questione dei pendolari: un’auto elettrica caricata con una colonnina privata riesce a percorrere circa 100 km con 4 euro, a fronte di una a benzina che, per lo stesso tragitto, ne costa 10. Inoltre, la differenza tra il prezzo di una vettura a combustione e una elettrica si sta gradualmente assottigliando.
Come risponderebbe a chi sostiene che è inutile rinunciare a volare per motivi ecologici, quando le grandi nazioni industriali, come Cina o India, inquinano comunque l’aria?
Thomas Egger. Che le emissioni globali di CO2 non sono altro che la somma delle attività di ciascuno di noi. L’altoatesino medio causa emissioni per circa 7,4 t l’anno, mentre il cinese solo 6,8 t, nonostante la Cina sia il maggior produttore al mondo di beni di consumo. Tuttavia, è corretto affermare che non possiamo risolvere il problema attraverso il virtuosismo personale, poiché solo il 10-20 percento della popolazione agirebbe per responsabilità individuale. Per questo è necessario un cambiamento del contesto generale, che può essere innescato solo dai politici, chiamati a intervenire urgentemente.
Com’è possibile sensibilizzare la popolazione verso questi temi?
Eva Ladurner. È una questione non da poco, forse la più importante di tutte. Negli ultimi anni è mancata una strategia di comunicazione globale: sarebbe stato necessario sensibilizzare e informare meglio le persone, oltre a mettere a loro disposizione sufficienti risorse. La maggior parte della gente e dei politici non sa esattamente cosa ci attende nei prossimi anni a causa della crisi climatica.
KLIMA CLUB SÜDTIROL
Associazione fondata nel gennaio 2021 da un gruppo di altoatesini esperti in questioni ambientali, energetiche e giuridiche. Soci fondatori:
- Johann Czaloun, ingegnere meccanico, sviluppi (sistemi funiviari/fotovoltaico);
- Thomas Egger, lunga esperienza nella gestione di energia, ambiente e processi;
- Gerd Huber, ingegnere di tecnologie ambientali e processi;
- Eva Ladurner, biologa specializzata in conservazione delle specie e biodiversità;
- Roland Plank, microbiologo, esperienza pluriennale in consulenza ambientale ed energetica;
- Martin Sulser, ingegnere di tecnologie energetiche e ambientali;
- Ulrike Vent, avvocata meranese