Se solo avessimo la sfera di cristallo!
Le previsioni si basano su una valutazione delle probabilità e dei fattori psicologici.
FOTO: HELMUTH RIER
Conoscendo le peculiarità culturali e gli obiettivi politici dei cosiddetti “big player” mondiali (USA, Europa e Cina), è più facile azzeccarle. I parametri internazionali su cui basarsi sono l’ambizione di ciascuno di essi, indipendentemente dal sistema, di contribuire a un benessere sempre più diffuso. Il fatto che il leader di una potenza nucleare come la Russia si “sganci” dai tali parametri, prendendo decisioni apparentemente irrazionali, è una novità assoluta che mette in crisi tutti gli analisti. Eppure, le previsioni sono spesso auto-avveranti: se molte persone credono in un risultato, è molto probabile che questo si realizzi. Attualmente, i record di prezzi si rincorrono e, di conseguenza, i risparmi delle famiglie si assottigliano.
L’Europa sta perdendo importanti mercati di vendita e, al contempo, rischia una crisi energetica e forse anche alimentare, che darà ulteriore fiato all’inflazione e diminuirà ancor di più la capacità di risparmio delle famiglie. Stiamo già assistendo a un deflusso di liquidità dai mercati finanziari occidentali, a rendimenti obbligazionari in aumento e a titoli azionari in preda alla volatilità. Ma l’embargo russo colpisce anche importanti aziende occidentali. Cosa significa tutto questo per gli investitori? Chi compra obbligazioni deve aver un lungo orizzonte temporale, chi compra azioni ha bisogno di un buon fiuto e nervi saldi, nella speranza che il conflitto non si estenda all’UE e alla NATO. Ma questa è un’altra storia.
Dott. Martin von Malfèr,
reparto servizi finanziari, Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige SpA