Meteorologo per passione
Manuel Oberhuber, meteorologo dell’emittente austriaca ORF originario di Bressanone, si è fatto conoscere da un ampio pubblico televisivo grazie ai suoi servizi professionali sul maltempo in Bassa Austria, ottenendo numerosi apprezzamenti. In quest’intervista, ci spiega perché i fenomeni atmosferici lo affascinano e come possono influenzare l’economia.
Sig. Oberhuber, Lei si considera meteoropatico?
Manuel Oberhuber. Non direi. Alcune persone accusano mal di testa, soprattutto quando soffia il Föhn o il tempo cambia repentinamente. Fortunatamente, non sono fra queste.
Cosa La attrae di più della Sua attività legata al meteo e al clima?
Ciò che mi affascina maggiormente è la possibilità di prevedere il tempo con estrema accuratezza. In alcune situazioni, siamo in grado di determinare con relativa precisione neve e pioggia con una settimana di anticipo mentre, per le grandi aree di alta pressione, la temperatura può essere prevista con una certa approssimazione fino a dieci giorni prima. Stiamo persino migliorando le stime relative alle dimensioni dei chicchi di grandine.
Perché l’accuratezza delle previsioni spesso è limitata a un breve lasso di tempo?
Ciò dipende, per un verso, dalla situazione in atto e, per l’altro, dal parametro in questione. Ad esempio, è più facile pronosticare la temperatura in piena estate rispetto alla probabilità di nebbia in inverno. Inoltre, nella nostra provincia, le previsioni sono più complesse che in pianura: i modelli di riferimento non sono, infatti, in grado di rappresentare la particolare morfologia con le numerose montagne e valli in modo così dettagliato come, ad esempio, quella delle pianure prealpine.
Quali sono i fenomeni che sta osservando con maggiore interesse scientifico e quali quelli che destano maggiore preoccupazione?
Cerco sempre di tenermi aggiornato sugli ultimi sviluppi scientifici, in costante evoluzione. Per i prossimi anni, nutro grandi speranze nelle cosiddette “Rapid Update Cycle Ensemble Forecasts”, che vengono ricalcolate ogni ora e che incorporano, tra l’altro, gli ultimi dati radar e satellitari, migliorando così le previsioni a breve termine di temporali ed episodi di maltempo. Sono invece preoccupato per i possibili punti di “non ritorno” a livello climatico, che nei prossimi decessi tenderanno ad aumentare e che potrebbero far salire ulteriormente le temperature sulla Terra.
In che misura la sensibilizzazione sul cambiamento climatico causato dall’Uomo è parte del Suo lavoro?
Rientra tra i miei compiti quotidiani. Come meteorologo e giornalista scientifico, devo spiegare come si formano le tempeste e classificare l’influenza umana su di esse.
Come contrasta i negazionisti del cambiamento climatico?
Mi piace parlare con le persone e cercare di spiegare gli eventi atmosferici e climatici, anche se talvolta mi rendo conto che l’interlocutore non è interessato alle scoperte scientifiche. In questi casi, non ha molto senso sforzarsi di spiegare i processi atmosferici.
In futuro dovremo prepararci a un maggior numero di tempeste e ondate di calore anche in Alto Adige?
A lungo termine, ovvero nei prossimi decenni, sì. Nel frattempo, tuttavia, potrebbero esserci periodi con un numero inferiore di fenomeni, ma la tendenza sarà al graduale aumento con una curva verso l’alto.
Qual è l’influenza delle previsioni sul turismo, soprattutto nelle regioni che dipendono dal bel tempo, come in montagna o al mare?
Tutti subiscono, in misura maggiore o minore, l’influenza delle previsioni, che si tratti di turisti, sportivi dilettanti o agricoltori. Molti prenotano le vacanze con brevissimo preavviso, legando la decisione proprio alle condizioni meteo. Tutto questo accade perché le previsioni sono relativamente precise e affidabili, anche se ovviamente esistono dei margini di errore. Tuttavia, siamo consapevoli della nostra responsabilità, ad es. nei confronti di chi opera all’aperto in balia del tempo, come escursionisti e alpinisti.
Quali sono i fenomeni che rappresentano la sfida maggiore per l’agricoltura?
Dipende. A volte si tratta di una semplice pioggia che ha un impatto sull’irrorazione degli alberi da frutto, mentre più gravi sono, naturalmente, eventi come la grandine o la siccità estiva.
Il turismo altoatesino prospera anche grazie alle sue splendide stazioni sciistiche. Pensa che tra 50 anni esisteranno ancora?
Credo proprio di sì, anche se la stagione si accorcerà, sia nella fase iniziale che in quella finale. Probabilmente arriverà il momento in cui sarà difficile, se non impossibile, innevare le piste a valle già a inizio o metà dicembre e bisognerà attendere dopo Natale. Gli investimenti nei sistemi di innevamento sono destinati a proseguire: con un maggior numero di cannoni da neve e serbatoi d’acqua più capienti, sarà possibile compensare gran parte dell’ulteriore riscaldamento.
Può spiegare brevemente come le moderne tecnologie, in particolare l’IA, stanno cambiando le previsioni meteo?
L’apprendimento automatico (in inglese “machine learning”, ML) le rivoluzionerà, almeno in una certa misura. Noi meteorologi lavoriamo molto con il riconoscimento dei modelli: attraverso l’osservazione di svariati parametri, siamo in grado di individuare rapidamente alcuni schemi basati su anni di esperienza, al pari di un medico che prende in mano una radiografia. Il computer può aiutarci in questo processo, perché è in grado di confrontare in tempi rapidissimi migliaia di riscontri di decenni passati. Ad esempio, in estate, talvolta si verificano forti temporali, non previsti dai classici modelli. Esaminando tutti questi eventi nell’arco di decenni e confrontandoli, si possono riscontrare alcune analogie. Ed è proprio qui che interviene l’ML, allertandoci in merito al rischio di perturbazioni in una giornata in cui i modelli convenzionali non l’avrebbero preso in considerazione.
Qual è il clima che preferisce?
Le capita mai, quando è a Vienna, di avvertire la mancanza del cielo azzurro della Sua terra d’origine? Amo le nevicate e anche i temporali, anche se a volte mi manca il cielo blu dell’Alto Adige. Per questo, quando posso, torno a casa e mi dedico all’escursionismo in montagna.
CENNI PERSONALI
Originario di Bressanone, Manuel Oberhuber ha studiato Scienze terrestri e atmosferiche a Innsbruck. Dopo alcuni tirocini presso svariati servizi meteorologici in Italia e all’estero, nel 2016 ha iniziato a lavorare per l’emittente ORF a Vienna, dov’è responsabile di servizi meteorologici e ricerche in TV, radio e online, nonché dello sviluppo tecnico e atmosferico. Spesso, in veste di analista viene invitato a svariati programmi di ORF, dove illustra al pubblico complessi fenomeni atmosferici e climatici.