Magazine 01/25 -

Le cooperative: una risposta alle sfide della nostra epoca

Per superare le sfide socioeconomiche, le cooperative puntano sull’unione delle forze. In quest’intervista Rosmarie Pamer, assessora provinciale alla coesione sociale, ne illustra il significato per la nostra regione e ci spiega perché fungono da modello per il futuro.

Signora assessora, il 2025 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite Anno internazionale delle cooperative. Perché è così importante parlare di queste realtà e dei loro valori?

Rosmarie Pamer. Le cooperative non sono solo una forma di organizzazione economica, ma anche un’espressione di solidarietà e collaborazione vissuta in prima persona. Armonizzando interessi individuali e collettivi, offrono soluzioni a sfide che i singoli non potrebbero affrontare da soli. In Alto Adige, vantano una lunga tradizione e hanno dato prova della loro efficacia in molti settori come agricoltura, finanze, servizi sociali, approvvigionamento energetico e molti altri. Soprattutto nella nostra epoca, caratterizzata dall’individualizzazione e dalla pressione economica, le cooperative testimoniano l’importanza di un’azione comune e del sostegno reciproco: valori quali responsabilità individuale e collettiva o democrazia sono più attuali che mai e meritano di essere portati all’attenzione del pubblico.

Le cooperative operano in numerosi settori. Dove vede il potenziale per la creazione di nuove società a livello provinciale?

La loro varietà e capacità di adattamento schiude opportunità in quasi ogni ambito. In particolare, vedo molto potenziale nel sociale, ad es. nella creazione di progetti abitativi intergenerazionali o di strutture comunitarie integrative, che potrebbero contribuire a combattere l’isolamento sociale e, al contempo, offrire soluzioni residenziali a prezzi accessibili. Anche nel campo delle energie rinnovabili, queste nuove realtà potrebbero fare la propria parte per garantire un approvvigionamento locale e promuovere tecnologie sostenibili, ma ritengo ci siano ampi spazi per consolidare questi modelli anche in nuovi settori quali la digitalizzazione o l’economia circolare. Infine, sono convinta che in futuro acquisiranno maggiore importanza anche le cooperative di cittadini e quelle di anziani.


Come valuta l’importanza e il potenziale delle organizzazioni operanti in ambito sociale?

Quali sfide devono affrontare quotidianamente? Queste cooperative svolgono un ruolo cruciale in Alto Adige, in particolare, nell’assistenza all’infanzia, agli anziani e nell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità: coniugando responsabilità collettiva e sostenibilità economica, creano un valore aggiunto per l’intera società. Le sfide principali sono legate in primo luogo agli aspetti finanziari e al quadro giuridico. Queste realtà si trovano spesso ad affrontare difficoltà nel reperimento del sostegno economico necessario a continuare il loro prezioso lavoro. È importante che il settore pubblico e i politici creino condizioni affidabili per facilitare e promuovere la loro attività.

Quali sono, a Suo avviso, le sfide per la cooperazione più in generale?

Sono molteplici: queste società devono affrontare i cambiamenti legati alla digitalizzazione, che comporta nuove metodologie di lavoro e modelli di business, ma devono anche ispirare le giovani generazioni con le loro idee e affrontare le crisi socioeconomiche quali la carenza di alloggi, il cambiamento demografico e quello climatico. Allo stesso tempo, è fondamentale che i loro valori siano preservati e rafforzati, affinché l’idea di comunità rimanga viva anche in una società sempre più individualizzata.


Come possiamo trasmettere ai giovani l’entusiasmo per i principi cooperativi?

Innanzitutto, è importante mostrare loro i vantaggi e le opportunità concrete: in tal senso, l’istruzione può svolgere un ruolo cruciale. I progetti realizzati nelle scuole e nelle università, in cui vengono insegnati i principi e il funzionamento delle cooperative, possono suscitare interesse e consapevolezza, ma i giovani devono essere coinvolti attivamente anche nelle realtà già operanti, in modo da potersi assumere delle responsabilità e contribuire con le proprie idee. In generale, ritengo che questo tema dovrebbe essere incluso nelle linee guida per l’apprendimento interdisciplinare dell’educazione sociale.

A Suo avvio, il modello cooperativo è ancora attuale e, soprattutto, adatto al futuro?

Non è solo attuale, ma è un modello per il futuro, in quanto combina la responsabilità collettiva con la stabilità economica e offre soluzioni a sfide fondamentali come la creazione di posti di lavoro, la promozione di cicli economici sostenibili e la lotta alle disuguaglianze. Oggi che gli aspetti ambientali e sociali stanno prendendo sempre più piede, questo approccio manifesta la sua efficacia nel lungo periodo, poiché è basato sull’azione collettiva.


Quanto è importante il sostegno pubblico?

Ritengo sia fondamentale affinché le cooperative possano svolgere con successo il loro lavoro. Molte realtà si fanno carico di compiti cruciali per la collettività, come i servizi sociali, l’assistenza di persone non autosufficienti, l’agricoltura o l’istruzione. Spesso tali incarichi non sarebbero finanziariamente sostenibili senza un aiuto esterno: il finanziamento pubblico garantisce la sicurezza della pianificazione e consente alle cooperative di avviare nuovi progetti volti a rafforzare la coesione sociale e lo sviluppo.

Se Le venisse chiesto di fondare una nuova cooperativa, a quale penserebbe?

Sceglierei un progetto in ambito sociale, ad es. un’organizzazione che combini forme di abitazione intergenerazionale con servizi di assistenza e integrazione, in modo da riunire persone di età e provenienza diverse per promuovere il sostegno reciproco e l’interazione sociale.