“In un certo senso, comproprietari”
Michael Obrist ci parla dei diritti e doveri dei soci di una Cassa Raiffeisen e dei (pochi) rischi che corrono oggi.
Per quale motivo un altoatesino dovrebbe decidere di diventare socio?
Michael Obrist. Innanzitutto, attraverso l’adesione, i soci diventano in un certo senso comproprietari della banca, acquisendo il diritto di partecipare alle decisioni, approvare il bilancio, nominare gli organi e candidarsi personalmente alle elezioni. Inoltre, possono esercitare il controllo sulle attività e decidere in merito alla destinazione degli utili, cosa quest’ultima molto rara nella prassi, poiché i profitti rimangono quasi sempre in azienda e vanno a confluire nella dotazione patrimoniale.
Esistono anche vantaggi di natura economica?
Michael Obrist. Una banca cooperativa è orientata alla promozione dei soci, cui offre servizi bancari e finanziari in linea con le loro esigenze: le condizioni sono determinate da ciascuna Cassa, ma quelle per i soci sono solitamente agevolate. Ad esempio, i soci hanno diritto a una polizza sanitaria riservata a loro. Inoltre, le Casse Raiffeisen adottano anche altre iniziative sociali, da cui traggono beneficio i membri.
Quali sono, invece, i doveri a carico di un socio?
Michael Obrist. Ciascuno deve partecipare al capitale sociale, versando il controvalore delle azioni sottoscritte e l’eventuale sovrapprezzo. Nelle Casse Raiffeisen, normalmente si tratta di cifre modeste, con cui il socio risponde anche di eventuali debiti della banca.
Un tempo i soci garantivano anche con il loro patrimonio…
Michael Obrist. La situazione è cambiata con l’introduzione del Testo Unico Bancario nel 1993. È vero, all’epoca i soci rispondevano dei debiti contratti dalla banca non solo con la loro quota, bensì con l’intero patrimonio personale.
Per quale motivo una persona si faceva carico di tali rischi?
Michael Obrist. A quel tempo, le Casse Raiffeisen si contraddistinguevano in primis per il principio della mutualità e dell’aiuto solidaristico: c’era chi prestava denaro e chi lo prendeva in prestito. L’attività era circoscritta geograficamente e, quindi, molto più trasparente; inoltre, chi disponeva del patrimonio aveva voce in capitolo al momento della concessione di un prestito. L’identificazione con la banca era enorme ed essere soci faceva parte della vita economica.