Una nuova direzione per l’Europa
COMMENTO DI BORSA: Dall’insediamento di Trump, il mondo è cambiato radicalmente e le vecchie certezze sono state improvvisamente messe in discussione. Se la democrazia con la costituzione più antica del mondo si sta muovendo a grandi passi verso l’autocrazia, il con-senso alla cooperazione internazionale e all’uguaglianza delle nazioni – consolidatisi alla fine della Seconda guerra mondiale – è destinato a svanire. Al contempo, anche il commercio globale sta subendo una battuta d’arresto.
Mutamento identitario
Per l’Europa, tutto ciò si traduce in un profondo cambiamento della propria identità. Mentre l’alleanza transatlantica non offre più una sponda affidabile, anche l’inclinazione a spendere dei consumatori statunitensi – di cui hanno a lungo beneficiato le aziende europee – potrebbe presto diventare un ricordo del passato. La minaccia dei dazi doganali rende più difficile le esportazioni e le drastiche misure di austerità della nuova amministrazione USA stanno seminando incertezza in tutto il mondo. Infine, la politica di tagli annunciata da Elon Musk sta causando uno shock della spesa che sarà avvertito a livello planetario.
Di fronte a milioni di dipendenti pubblici licenziati, programmi di sviluppo bruscamente interrotti e la deportazione di milioni di persone da parte dell’ICE – l’agenzia federale per l’immigrazione – il tutto con una guerra commerciale alle porte, le ripercussioni sull’economia globale non si faranno attendere. L’Europa, che per decenni ha puntato su frontiere aperte e coope- razione internazionale, deve individuare una nuova direzione. In tale contesto, è inevitabile l’assunzione di nuove responsabilità, il rafforzamento della collaborazione con i partner che si riconoscono ancora nei principi delle Nazioni Unite e il potenziamento della difesa. Rispetto ai mercati statunitensi stagnanti, le Borse europee e asiatiche sono sempre più al centro dell’attenzione e continuano a registrare progressi: è forse un segnale che gli investitori credono in un futuro positivo per l’Europa, anche senza gli Stati Uniti al loro fianco?