Magazine 01/15 -

Hai già pensato al tuo futuro?

Chi desidera assicurarsi una vecchiaia serena, deve occuparsene già oggi in prima persona. Poiché lo Stato interviene sempre meno in ambito sociale, aumenta infatti l’importanza della previdenza integrativa e, in quest’ambito, prima si comincia, meglio è.

Elisabeth Buratti e Sergio Raveane sono clienti di una Cassa Raiffeisen. Entrambi sono lo specchio di una grave frattura verificatasi nella nostra società e nel mondo del lavoro: se un tempo, alla fine della propria carriera, i cittadini potevano contare su una pensione sicura, ora il loro futuro è caratterizzato da incertezza.
Sergio Raveane, 69 anni, è cresciuto in ­un’epoca diversa: il livello di benessere era inferiore, le possibilità più limitate e la vita molto più lineare, anche per ciò che andava oltre l’ambito professionale. “Non abbiamo mai pensato alla ­pensione: abbiamo sempre lavorato e basta”, ci riferisce Raveane, che per 50 anni è stato al servizio della stessa azienda come tecnico. “­Sapevamo che, prima o poi, avremmo avuto diritto alla pensione”. Completamente diverse sono invece le prospettive di Elisabeth Buratti, insegnante di scuola materna di 28 anni, consapevole che in futuro non potrà contare su una pensione certa e che, pertanto, deve provvedervi personalmente. Ad aggravare la situazione, sta pagando il mutuo e il costo della vita è in continuo aumento.

SOCIETÀ IN FERMENTO
I primi cambiamenti si verificano già in seno alla famiglia. Una volta, le strutture ­familiari erano composte da padre, madre e figli; i matrimoni duravano tutta la vita e i giovani pagavano le pensioni dei loro genitori. Oggi, il numero dei single e delle coppie senza figli è in aumento, senza contare le famiglie allar­gate. Elisabeth stessa è una ragazza madre, vive separata dal padre di suo figlio e oggi ha un nuovo compagno. Al contrario, Sergio Raveane si è sposato a 24 anni ed è padre di due figli, che a loro volta sono già coniugati.

 

Queste nuove e complesse strutture familiari esigono responsabilità finanziarie completamente nuove. La vita si allunga sempre di più, mentre vengono al mondo meno bambini, e ciò comporta un invecchiamento della società. E i giovani, sempre di meno, tardano a diventare indipendenti: secondo l’ISTAT, i maschi escono di casa a 34 anni, le femmine a 31. Le donne, inoltre, non rimangono più a casa come accadeva un tempo, ma sono al tempo stesso madri, figlie e lavoratrici. Elisabeth Buratti, ad esempio, ha studiato, dirige la scuola materna dove lavora, ma non ha un posto fisso. Lo Stato si è ritirato dalla previdenza sociale, tagliando sempre di più le prestazioni, e oggi copre solo i rischi di base. Per questo, molti sono esclusi dai sistemi di tutela sociale. “Lo Stato non funziona”, commenta amaro Sergio Raveane, “e i giovani ne sono le vittime”.

Foto: Elisabeth Buratti e Sergio Raveane:
situazioni di partenza completamente diverse in fatto di previdenza finanziaria
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AGIRE TEMPESTIVAMENTE
Chi desidera guardare alla vecchiaia con serenità, deve occuparsene sin d’ora, ma non è facile capire come farlo: anche Elisabeth non ha ­ancora deciso. “Ci sto pensando”, dice. Le possibilità sono innumerevoli e farsi un quadro preciso può essere difficile. I suoi coetanei, a detta sua, sono nella stessa situazione.
L’offerta variegata rischia, infatti, di disorien­tare: al posto di una previdenza standardizzata, bisogna confrontarsi con numerose proposte individuali, ma come si fa a riconoscere ­quella giusta? “Proprio questo è il nocciolo di una buona consulenza”, ci riferisce l’esperto assicurativo Thomas Gruber. “Il percorso ha inizio fotografando la persona nella sua condizione attuale: facendo luce sulle sue entrate e uscite, analizzando la copertura dei rischi esistenziali e l’eventuale opportunità di una tutela per i familiari, verificando la necessità di colmare il gap previdenziale con una forma integrativa e focalizzando l’attenzione sulla costituzione di un patrimonio o sulla salvaguardia di un capitale esistente. Non esistono soluzioni preconfezionate e nessuna di queste è eterna. Tuttavia, non possiamo più permetterci di affidarci al caso. È necessario essere consapevoli della direzione che stiamo intraprendendo: se decidiamo di vivere alla giornata, nessuno può aiutarci”. Raiffeisen desidera preparare le persone, in particolare i giovani, a un futuro ricco d’incognite.

FUTURO INCERTO
Ma, Elisabeth è pronta ad affrontare il futuro? “Ni. Da tutte queste informazioni, è importante estrapolare quelle corrette: farsi consigliare va bene, ma è giusto occuparsene in prima ­persona”. Elisabeth vuole proteggersi dal rischio di credito, così come dall’invalidità permanente e dalla malattia. “Se mi dovesse capitare qualcosa per cui non sono più in grado di lavorare, desidero che mio figlio sia tutelato finanziariamente. Per una ragazza madre, è essenziale salvaguardarsi in tal senso”, aggiunge.
Sergio Raveane da quattro anni versa in un fondo previdenziale, non perché ritenga insufficiente la sua pensione, ma per approfittare dei vantaggi fiscali: “In parte, posso detrarre i versamenti”.
Chi desidera avere qualcosa di più della pensione pubblica, deve agire in prima persona, ad esempio ricorrendo al modello previdenziale di Raiffeisen. Sergio Raveane ed Elisabeth Buratti sono entrambi clienti di una Cassa Raiffeisen e, nonostante partano da condizioni completa­mente diverse, per ciascuno di loro Raiffeisen ha in serbo una soluzione su misura.

Lebenszyklen-it

Il grafico raffigura i cicli di vita di oggi e di allora. Se, un tempo, la vita media era caratterizzata da una lunga fase di attività lavorativa nell’età adulta, seguita dal pensionamento, oggi l’ingresso nel mondo del lavoro è posticipato e la fuoriuscita anticipata, oltre ad aggiungersi spesso interruzioni dovute a periodi di disoccupazione. A causa dell’allungamento dell’età media, le pensioni vengono erogate più a lungo e ciò costituisce un pesante fardello per il sistema previdenziale pubblico.

Fonte: Progetica 2014

Raiffeisen Servizi Assicurativi
“Cosa possiamo considerare ancora sicuro?”

Thomas Gruber di Raiffeisen Servizi Assicurativi consiglia ai giovani di pensare per tempo alla propria previdenza, ma di non trascurare anche gli altri rischi.

Sig. Gruber, quali sono gli ostacoli che deve superare un giovane in tema di previdenza?
Thomas Gruber. Chi sta apprendendo un mestiere, è agli esordi della sua carriera o sta ancora studiando, di regola, non pensa alla pensione, anche se sarebbe utile farlo. Oggi regna massima incertezza, tanto da farci dubitare su cosa sia ancora sicuro. Quali sono i tagli delle prestazioni in ambito sociale, pensionistico e sanitario cui dovremo far fronte? Anche la tutela della situazione finanziaria viene spesso trascurata, eppure la previdenza ha inizio proprio con la copertura dei rischi attuali.

 

Cos’è cambiato a questo ­proposito negli ultimi anni?
Le aspettative di vita sono in crescita, rendendo essenziale assicurarsi il tenore di vita attuale durante la vecchiaia. A causa del graduale ritiro dello Stato ­dalle attività sociali, è richiesto un impegno personale attraverso la previdenza integrativa, anche in settori quali la salute e l’assistenza.

 

Com’è possibile ridare ai ­giovani la fiducia nel futuro?
Spetta a ciascuno di noi spianarsi la strada, il cui punto di partenza dev’essere sempre il presente e la situazione finanziaria attuale: analizzare entrate e uscite, verificando le abitudini di consumo, ma anche tutelarsi dai rischi che possono pregiudicare l’esistenza, come l’invalidità permanente a seguito d’infortunio o malattia, e dai rischi di credito che gravano su coniugi e figli minorenni. Anche la tutela dei familiari è un altro tema importante.

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In che misura contribuisce Raiffeisen Servizi Assicurativi?
La sensibilizzazione e la formazione dei circa 600 consulenti assicurativi Raiffeisen in tutta la Provincia ci sta molto a cuore. Nella Cassa Raiffeisen, il cliente può contare su un servizio di consulenza esaustivo, che verte su tutte le questioni finanziarie, tra cui anche una tutela adeguata e la sicurezza del proprio futuro. In occasione del nostro 25° anniversario, abbiamo scelto consapevolmente il motto “Ben protetti”, per ribadire l’importanza di un approccio a 360 gradi.