Magazine 06/18 -

“… rendere il mondo un posto migliore”

Migliaia di persone nei Paesi in via di sviluppo sono cieche o ipovedenti, nonostante le cure esistenti. Con l’aiuto dell’associazione “Licht für die Welt”, l’oculista bolzanino Philipp Überbacher è impegnato a ridonare la vista agli africani più poveri, offrendo loro una nuova prospettiva di vita.

Sig. Überbacher, che cos’è “Licht für die Welt” e com’è entrato in contatto con quest’associazione?
Philipp Überbacher. “Licht für die Welt” è un’organizzazione no profit, il cui obiettivo è quello di curare le persone con disturbi alla vista che non hanno accesso ai trattamenti sanitari; attiva in 13 Paesi, ha il suo baricentro in Africa. Di mia iniziativa mi ero recato in questo continente un paio di volte, prima da studente e quindi da oculista, fornendo assistenza ai malati. A un certo punto, quest’associazione mi ha contattato: ho capito subito che, con una rete alle spalle, avrei potuto offrire un aiuto più immediato e raggiungere più persone di quanto potevo fare da solo.


Quali sono le cause di cecità più frequenti?
Philipp Überbacher. Nei Paesi in via di sviluppo sono la cataratta e il glaucoma, malattie che nel mondo occidentale non comportano più la perdita della vista, perché le persone vengono operate per tempo. Anche le infezioni batteriche dell’occhio, se non trattate, possono portare alla cecità.

E quali sono le conseguenze?
Philipp Überbacher. La perdita della vista è già di per sé una tragedia, ma queste persone ­devono affrontare ulteriori difficoltà: i bambini ciechi non possono andare a scuola o partecipare ad attività formative, mentre gli adulti devono abbandonare i campi e non possono più provvedere al sostentamento dei loro cari, mettendo così a repentaglio la sussistenza di intere famiglie.

Come sono le cure mediche in Africa?
Philipp Überbacher. In molti Paesi africani, per esempio in Mozambico, sono insufficienti se non addirittura catastrofiche e si conta un oculista ogni milione di persone. Per fare un paragone, sarebbe come se dovessi occuparmi di tutti gli altoatesini e i trentini, e un anziano della Valle Aurina, che volesse essere curato da me, dovesse venire a piedi fino a Bolzano.

Come aiutate le persone in loco?
Philipp Überbacher. Cerchiamo di farlo coinvolgendo la popolazione. Quando trascorriamo alcune settimane in Africa, operiamo e curiamo le persone dal mattino fino a notte inoltrata, ma è un aiuto di breve periodo. Per assicurare un’assistenza medica 365 giorni l’anno, formiamo oculisti e infermieri nel Paese che ci ospita, oltre a creare le strutture necessarie, come cliniche oculistiche, piccoli ospedali e servizi mobili per le aree meno accessibili. In ogni Paese ­abbiamo istituito dei cosiddetti “quartieri generali”, ovvero uffici con tre-quattro collaboratori che organizzano la rete su tutto il territorio, preparando il terreno per il nostro intervento. Solo così riusciamo a operare in maniera efficace.

Lei è impegnato anche con le persone disabili…
Philipp Überbacher. I bambini disabili in Africa vengono spesso stigmatizzati e sono destinati a trascorrere un’esistenza triste e isolata, talvolta incatenati nelle capanne. Il nostro compito è quello di visitare queste famiglie nei ­villaggi, adoperandoci affinché questi minori siano reinseriti nella comunità come membri a pieno titolo, in primo luogo attraverso un’educazione scolastica o altri percorsi formativi inclusivi.

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Augenarzt Philipp Überbacher bei der Untersuchung einer Augenpatientin in Mosambik

Non è difficile comunicare con i pazienti in loco e conquistare la loro fiducia?
Philipp Überbacher. Le persone cieche accolgono il nostro aiuto con molta riconoscenza e senza riserve. Le barriere linguistiche sono naturalmente un ostacolo e, per questo, lavoriamo a stretto contatto con gli interpreti. Purtroppo, una campagna con volantini informativi è impensabile, perché la maggior parte della popolazione è analfabeta: bisogna quindi farsi venire in mente alternative, per esempio inscenando spettacoli teatrali durante le feste nei villaggi, in cui si richiama l’attenzione sui sintomi delle malattie oculari. Tutto questo pare funzionare bene.


Quali altre difficoltà dovete affrontare?
Philipp Überbacher. Un enorme problema che affligge l’Africa è la corruzione. Per costruire un ospedale bisogna pagare e, se ci si rifiuta come facciamo noi, tutto procede più a rilento. Anche la manutenzione degli strumenti è complicata: se si rompe qualcosa, spesso mancano i pezzi di ricambio e dobbiamo farceli mandare dall’Europa. Infine, trovare personale e formarlo adeguatamente è tutt’altro che facile.

Come possiamo aiutare l’associazione “Licht für die Welt”?
Philipp Überbacher. Può sembrare poco roman­tico, ma il modo migliore è attraverso una donazione: con soli 30 euro, pari al costo di un’opera­zione oculistica in Africa, si può salvare la vista e restituire la voglia di vivere a una persona.

Il Suo impegno in Africa ha suscitato in Lei dei cambiamenti? Quali sono i momenti più belli?
Philipp Überbacher. Ogni volta che rientro da un viaggio in Africa sono molto più sereno e vedo le cose “con i piedi per terra”: alcuni dei problemi che lamentiamo qui in Alto Adige mi sembrano insignificanti. Semplicemente, cambia la prospettiva. I momenti più belli? Sicuramente quelli in cui un cieco, in seguito a un’operazione, riacquista gradualmente la vista: per la prima volta nella sua vita può vedere un figlio, un genitore o me … un medico bianco! (ride) L’espressione che si dipinge sul volto di queste persone è indescrivibile; non di rado scoppiano in lacrime o si esibiscono in danze di gioia.

In conclusione, quale messaggio desidera lasciare ai nostri lettori?
Philipp Überbacher. Ciascuno di noi dovrebbe ­essere consapevole del valore della vista, oltre che apprezzare il nostro sistema sanitario. Tutti noi possiamo dare un enorme contributo con una piccola donazione: forse non ­salveremo il mondo, ma potremo renderlo un posto ­migliore.

LICHT FÜR DIE WELT

Organizzazione no profit internazionale con sede a Vienna, supporta i progetti in ambito oculistico e la formazione di personale medico specializzato in 13 Paesi. In molti casi è impegnata anche a favore della riabilitazione di bambini con disabilità, attraversi percorsi scolastici e formativi di tipo inclusivo, dando così un enorme contributo al miglioramento delle condizioni di vita nelle regioni afflitte da povertà.

 

Conto per le donazioni:
Licht für die Welt
Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige SpA
IBAN IT 96 N 03493 11600 002300503649