Magazine 04/18 -

Le banche in Alto Adige: un tema, due prospettive

Jutta Vigl, studentessa dell’Istituto tecnico commerciale in lingua tedesca H. Kuntner di Bolzano, ha scelto il tema della crisi bancaria per l’esame di maturità. Andreas Mair am Tinkhof, responsabile Area Banche presso la Federazione delle Cooperative Raiffeisen, ha esposto il proprio punto di vista, confrontandosi con le aspettative che una giovane nutre nei confronti delle banche. Ecco cosa è emerso.

Jutta Vigl. Signor Mair am Tinkhof, in che misura la crisi bancaria ha interessato l’Alto Adige?
Andreas Mair am Tinkhof. Una banca è in crisi quando il rischio di insolvenza mette in discussione il suo funzionamento e la sua stabilità, non consentendole di rispettare gli impegni di pagamento concordati contrattualmente, quali la liquidazione delle somme depositate dai clienti sui libretti di risparmio. L’insolvenza può avere cause diverse: nel settore bancario si tratta per lo più di perdite

consistenti derivanti da operazioni a credito e compravendita di titoli, che “divorano” il capitale proprio (le riserve, vale a dire i risparmi della banca), distruggendo la sua “solvibilità”. Dallo scoppio della crisi finanziaria, nel 2008, tutte e tre le banche altoatesine hanno registrato perdite in singoli esercizi, ma non si sono mai neanche avvicinate al rischio insolvenza: adeguatamente capitalizzate, godono di una solidità sufficiente per superare i momenti di difficoltà.

Andreas Mair am Tinkhof formula a Jutta i migliori auguri per il proseguimento dei suoi studi
Andreas Mair am Tinkhof und Jutta Vigl im Interview

Andreas Mair am Tinkhof. Signora Vigl, mi ­piacerebbe sapere quale motivo l’ha spinta a scegliere, come maturanda, il tema
della crisi bancaria…
Jutta Vigl. Ho scelto questo tema per la sua attualità. L’economia politica è una materia che mi appassiona molto e a scuola abbiamo affrontato, tra gli altri, la crisi finanziaria del 2008. Ho ritenuto fosse importante conoscere la situazione delle banche in Alto Adige. Inoltre, giungono sempre più spesso notizie sulla chiusura di filiali. È quello che sta accadendo anche in provincia?

Andreas Mair am Tinkhof. In Alto Adige si contano complessivamente 360 sportelli in 111 dei 116 Comuni esistenti, vale a dire uno ogni 1.400 abitanti. Da noi, le filiali rivestono grande importanza per la vendita di prodotti bancari e finanziari e ciò è senza dubbio legato alle peculiarità geografiche del nostro territorio, alla scarsità di agglomerati urbani e al composito tessuto di piccole e micro aree economiche nelle vallate. Nonostante ciò, nell’ultimo biennio, gli sportelli sono diminuiti circa del 7% l’anno. I motivi sono diversi, ma i sostanziali fautori di questa dinamica sono l’elevata pressione dei costi cui sono esposte le banche e la digitalizzazione. Nuove e innovative tecnologie, ma anche concorrenti esterni al settore e le mutate esigenze della clientela generano un’urgenza di adeguamento che, a sua volta, comporta un abbandono della rete di filiali ad elevata intensità di costo, a favore di una potenziata offerta online. Ritengo che le filiali bancarie, nel senso più classico del termine, abbiano sensibilmente perso d’importanza, ma ciò non significa che siano destinate a scomparire: la filiale manterrà la sua rilevanza quale luogo di incontro tra la banca e i suoi clienti.

Andreas Mair am Tinkhof. Cosa si aspetta dalla banca del futuro? Cosa dovrebbe offrire?
Jutta Vigl. La mia principale fonte d’informazioni sul mondo della finanza e sui prodotti bancari è il web: qui il contatto con i fornitori di servizi è agevole, non vincolante e privo di ­restrizioni temporali. In alternativa, mi rivolgo ai miei genitori, in cui posso riporre la mia fiducia. Ecco, ritengo che la fiducia sia essenziale. Una banca dovrebbe fornire informazioni e consulenza in modo trasparante, sia online che offline. Se ho un’esigenza concreta, il contatto personale diventa fondamentale: per questo vorrei poter contare su un consulente bancario giovane e ­dinamico, che mia assista e mi guidi nella giungla finanziaria. Vorrei esortare le banche a offrire sicurezza ai risparmiatori, evitando le speculazioni. Per quanto concerne l’Alto Adige, gli istituti di credito dovrebbero essere in prima linea nella promozione dell’economia locale.
Secondo Lei, signor Mair am Tinkhof, quale sarà lo sviluppo delle banche altoatesine Cassa di Risparmio di Bolzano, Banca Popolare dell’Alto Adige e Casse Raiffeisen? Resterà tutto com’è o dobbiamo attenderci dei cambiamenti?


Andreas Mair am Tinkhof. Ritengo che possiamo attenderci un generale consolidamento sul versante dell’offerta di mercato. In Alto Adige, come prescritto dalla legge, le 39 Casse Raiffeisen devono riunirsi in un gruppo bancario cooperativo sotto la guida della Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige Spa. Al fine di adempiere ai numerosi obblighi legislativi e normativi, è presumibile, in futuro, la fusione di alcune Casse Raiffeisen. Sempre per legge, a dicembre 2016, la Banca Popolare dell’Alto Adige ha dovuto trasformarsi in società per azioni, abbandonando la forma societaria cooperativa: ciò la legherà in misura crescente agli interessi degli investitori anziché a quelli dei soci di sempre, che detengono quote di partecipazione di modesta entità. Per quanto riguarda la Cassa di Risparmio di Bolzano, è la Fondazione Cassa di Risparmio l’azionista di maggioranza. Qualora la legge imponesse alla Fondazione di cedere la quota di maggioranza azionaria, la Cassa di Risparmio andrà incontro a uno sviluppo analogo a quello della Banca Popolare.

Jutta Vigl. Sembra che siano in atto profondi cambiamenti negli istituti di credito della provincia. Come vede il futuro del sistema bancario in Alto Adige?
Andreas Mair am Tinkhof. Le banche sono elementi essenziali dei meccanismi economici. In Alto Adige, che beneficia di un’ampia autonomia e di un quadro politico stabile, le banche locali e un’unione cooperativa di banche quali le Casse Raiffeisen coprono circa l’80% del mercato e la loro direzione è nelle mani dei proprietari, in gran parte cittadini altoatesini. Si tratta di un vantaggio non indifferente che, concretamente, si traduce nella possibilità di determinare in autonomia e con successo il proprio destino economico. Gli altoatesini, inoltre, vantano una notevole affinità e un legame emozionale con la “propria” banca. Per concludere, ritengo che si possa guardare con fiducia al futuro del sistema bancario altoatesino.